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BASILICA DI SAN MARCO cosa vedere Venezia

BASILICA DI SAN MARCO COSA VEDERE VENEZIA

La basilica di San Marco, con le sue cupole inconfondibili, e l’iconico campanile in piazza San Marco, è una delle principali attrazioni della città. Testimone della grandezza di Venezia per decenni, è ancora oggi la sede del patriarca veneziano. Andiamo, allora, alla scoperta della sua storia e dei suoi numerosi tesori artistici.

STORIA DELLA BASILICA DI VENEZIA

La basilica è soprannominata la “Chiesa d’oro“, questo grazie ai capolavori custoditi all’interno, ma soprattutto per i mosaici dorati, che la rivestono. Il luogo in cui si trova, era in origine quello della chiesa dedicata a San Teodoro.

Vista dal campanile sulla Basilica di Venezia
Vista dal campanile sulla Basilica di Venezia

SAN TEODORO

Il primo patrono veneziano è considerato San Teodoro di Amasea, o Tirone, vissuto nel III secolo d.C. Era un soldato dell’esercito romano, stanziato in Asia Minore, con il compito di perseguitare i cristiani. L’impero romano di allora, infatti, idolatrava ancora le divinità pagane, per cui quando San Teodoro si era opposto a questa carneficina, è stato lui stesso martirizzato.

In breve tempo, il suo culto si è diffuso in tutto l’impero fino a Venezia. E’ stata proprio la Serenissima a recuperare le sue spoglie, che sono state però trafugate e portate a Brindisi, dove ancora adesso si venerano.

Venezia conserva però altre relique, probabilmente di un santo omonimo, sebbene la storia sia alquanto incerta.

In ogni caso, la prima chiesa dedicata a San Teodoro, chiamato dai veneziani Todaro, risale al VI secolo, ed è stata edificata proprio su luogo della Basilica di San Marco.

SAN MARCO IL PATRONO DI VENEZIA

Nella lunga storia di Venezia, molti sono stati i santi e i patroni che i cittadini hanno adottato e invocato, soprattutto quando ci sono state epidemie, calamità naturali, e guerre. Dopo San Teodoro, dall’829, i veneziani hanno adottato San Marco come patrono, e il 25 aprile, giorno della sua morte è anche quello nel quale lo festeggiano.

San Marco, vissuto nel I secolo d.C. era il discepolo di Paolo e Pietro. A causa della sua opera di evangelizzazione è stato martirizzato ad Alessandria d’Egitto, dove i suoi resti sono rimasti fino al VII secolo.

L’espansione degli arabi in quelle terre, ha spinto la chiesa a recuperarne le spoglie prima che andassero disperse. Grazie all’astuzia di due commercianti veneziani, l’operazione era andata a buon fine. Avevano nascosto, infatti, le relique del santo, in mezzo a ceste di ortaggi e carne di maiale, considerata impura dai musulmani, che, quindi, non le hanno ispezionate.

I resti del santo sono rimasti nel Palazzo Ducale per due secoli, in attesa della costruzione di una chiesa a lui dedicata. A causa di varie modifiche e ampliamenti, le relique sono scomparse, poichè coloro che le avevano nascoste nel frattempo erano morti.

Un prodigio miracoloso riguarda il loro ritrovamento, che si è compiuto proprio durante la consacrazione della basilica, nel 1084. Secondo la leggenda, San Marco si era manifestato dapprima con un intenso profumo, e poi, con la visione di un braccio che fuoriusciva da un pilastro della chiesa.

Le relique di San Marco sono state quindi collocate nella cripta, per essere spostate, nuovamente, nel XVIII secolo sotto l‘altare maggiore, dove ancora si trovano.

LA IV CROCIATA

La partecipazione veneziana alle crociate si deve soprattutto per motivi economici, oltre, naturalmente,  alla necessità di contrastare l’avanzata dei saraceni e dei turchi, entrambi imperi musulmani. Questi, infatti, erano una minaccia per i  territori cristiani, e per gli stessi pellegrini, che si recavano in Terra Santa.

Grazie all’esito positivo della IV crociata, alla fine del XII secolo, l’espansione veneziana lungo le coste adriatiche, e del mar Nero, ha arricchito ulteriormente le casse della Serenissima. Sono arrivati da questi territori anche materie prime, marmi e tesori artistici, fra cui i famosi cavalli di San Marco.

ARCHITETTURA DELLA BASILICA DI VENEZIA

La Basilica di San Marco ha assunto le forme della basilica di Costantinopoli, andata distrutta, in seguito, per mano dei turchi. La caratterizzano le imponenti cupole, mentre all’interno si trovano immensi tesori artistici e mosaici scintillanti.

Fino alla fine della Repubblica veneziana, avvenuta nel 1807, era il doge a guidare la basilica, ma il successivo governo napoleonico, lo ha poi sostituito con il patriarca.

Basilica di San Marco la facciata
Basilica di San Marco la facciata

ARCHITETTURA DELLA BASILICA DI SAN MARCO

A causa del terreno sabbioso sul quale poggia, la basilica di San Marco è più larga che alta, questo per bilanciarne il peso. L’aspetto attuale risale al XV secolo, ed è un mix di stili romanico bizantino e gotico.
Sulla facciata, abbellita con mosaici, bassorilievi, portali bronzei e si possono distinguere diversi livelli.

Nella parte superiore risaltano le grandi arcate a punta orientaleggianti, decorate con tessere in ceramica colorate, che riprendono lo stile gotico fiorito, e presentano statue di santi, con al centro quella di San Marco.

Poco sotto, con lo sfondo di un cielo azzurro stellato, spicca il leone alato, che regge un libro aperto. Si legge la scritta “Pax tibi Marce evangelista meus” ossia “Pace a te San Marco, mio evangelista”.

Terrazza con i cavalli della Basilica di San Marco
Terrazza con i cavalli della Basilica di San Marco

La sezione mediana ha una lunga terrazza panoramica, con una bella balaustra, e loggiati, alla quale si accede dalle gallerie interne del museo. Un tempo il doge e i personaggi importanti la utilizzavano per assistere ai festeggiamenti che si svolgevano su piazza san Marco.

Il livello inferiore comprende i cinque portali strombati, con lunette decorate con mosaici, arcate e colonne. La porta di Sant’Alipio, l’ultima a sinistra, conserva l’unico mosaico originale del XIII secolo, che raffigura la traslazione del corpo di San Marco.

INTERNO DELLA BASILICA DI SAN MARCO

La basilica di San Marco si sviluppa su una pianta a croce greca, sovrastata da cinque cupole, collegate con arcate e decorate con statue.

Il pavimento è rivestito di marmi policromi, che rappresentano forme geometriche, figure allegoriche e animali.

Mosaici dorati della basilica di Venezia
Mosaici dorati della basilica di Venezia

MOSAICI DORATI DI SAN MARCO

La parte più spettacolare all’interno sono, però, i mosaici dorati, che la rivestono completamente, dalle pareti alle volte, comprese le cupole. Grazie alla loro differente angolazione, le tessere di mosaico risplendono in ogni direzione, creando una bellissima scenografia.

Vi sono rappresentati episodi biblici, la vita di Cristo, di Maria e di San Marco. In passato, questo era il modo più semplice per far conoscere le vicende religiose al popolo. Nell’abside, inoltre, risalta il grande Cristo Pantocratore.

La illuminazione variegata contribuisce a sottolineare la divisione fra il mondo terreno e quello celeste. Nella parte superiore, infatti, è molto più luminosa e calda, mentre man mano che si scende, diventa più cupa.

Come da tradizione bizantina, l’iconostasi, ossia il prezioso separè dorato, decorato con statue marmoree bianche degli apostoli, della Vergine e San Marco, separa lo spazio dedicato ai sacerdoti da quello dei fedeli.

ALTARE MAGGIORE DI SAN MARCO

L’altare maggiore, sopraelevato rispetto al resto della chiesa, è sovrastato dal ciborio, ossia il baldacchino, con volte a crociera e quattro colonne, ricoperte di sculture, probabilmente provenienti da Costantinopoli. Sotto l’altare, dal XVIII secolo riposano i resti di San Marco.

Nella parte retrostante dell’altare, si trova la Pala d’Oro, un prezioso quadro decorato in oro, argento, e pietre preziose, che rappresenta scene religiose e figure di santi in miniatura.

Sotto l’altare maggiore, è posta la cripta dell’XI secolo, che ha custodito per lungo tempo le spoglie del santo. A causa dei frequenti allagamenti, per il fenomeno dell’acqua alta, i suoi resti sono stati spostati.

L’altare dedicato alla Madonna, nel transetto sinistro, custodisce il prezioso quadro della Madonna Nicopeia con il Bambino. Risale al X secolo ed è stata anch’essa trafugata a Costantinopoli nel 1204.

MUSEO DI SAN MARCO

Percorrendo una scalinata interna, si raggiunge il museo di San Marco, oltre a occupare grandi sale, si sviluppa lungo le terrazze interne della basilica, che si affacciano sulla navata, i cosiddetti matronei.

Vi sono custoditi i tesori con relique di arte sacra bizantina, arazzi, reperti della basilica, quadri e i cavalli originali di San Marco. In passato, i tesori erano molti di più, ma a causa di incendi e furti si è man mano ridotto.

Basilica vista sulla navata Venezia
Basilica vista sulla navata Venezia

CAVALLI DELLA BASILICA

I cavalli esposti sulla terrazza esterna della basilica di San Marco, sopra il portale centrale, sono delle copie realizzate negli anni ’80 del XX secolo. Gli originali si trovano nel museo al coperto, al fine di proteggerli dall‘inquinamento atmosferico.

Provengono dall’ippodromo di Costantinopoli e costituiscono un bottino di guerra dei veneziani, ottenuto con la loro partecipazione alla IV crociata. Nonostante i loro aspetto, non sono in bronzo, ma in rame, mentre la doratura che traspare, secondo gli studiosi, è stata realizzata con il mercurio.

Cavalli della basilica di san Marco
Cavalli della basilica di san Marco

Incerta è anche la loro datazione, per alcuni sono di epoca greca per altri romana, per cui si pensa possano essere stati realizzati fra il II secolo a.C e II secolo d.C.  Anche le loro misure sono eccezionali, raggiungono, infatti, un’altezza massima di 2.40 metri e pesano ognuno 9 quintali.

I cavalli di San Marco sono arrivati perfino a Parigi. Napoleone li ha portati lì nel 1815, per realizzare le copie e sistemarle sopra l’arco di trionfo del Carrousel. Fortunatamente, nel 1890, gli austriaci hanno provveduto a riportati a Venezia.

I TETRARCHI

Fra i tesori trafugati dai veneziani, in occasione della loro “crociata”, si possono vedere diversi manufatti collocati all’esterno della basilica.

Vicino alla Porta della Carta, del palazzo ducale, si trova una particolare decorazione in porfido rosso, attorno a un pilastro quadrato,  che raffigura quattro personaggi, due su un angolo e due sull’altro. Si tratta dei tetrarchi ritratti con un mantello e dei copricapi. Erano, probabilmente, i quattro governatori dei territori dell’impero romano.

Questa scultura proviene dall’antica Costantinopoli, e secondo una leggenda veneziana, le figure non sono altro che quattro briganti mori, che avevano provato a rubare il tesoro di san Marco. Scoperti in flagrante, sono rimasti impietriti per sempre come punizione.

COLONNE ACRITANE

La conquista di Acri, oggi in Israele, è ricordata invece con le due particolari colonne squadrate, visibili sempre in prossimità del palazzo ducale. A quel tempo, questi territori erano molto ambiti dalla Serenissima, ma anche dai genovesi, per cui si erano spartiti la città. I continui dissapori fra queste due potenze marinare, sono degenerati in violenti scontri, al termine dei quali, i veneziani ne sono usciti vincitori.

Non contenti, hanno distrutto la stessa chiesa di san Giovanni d’Acri, utilizzata anche dalla controparte. Per dimostrare la loro superiorità, si sono portati via le due colonne, finemente decorate, che si trovavano all’ingresso della chiesa. Come monito ai loro nemici, le hanno poi esposte davanti alla basilica di San Marco.

PIETRA DEL BANDO

La pietra del bando è praticamente un tronco di colonna in porfido, anch’essa in prossimità degli altri “trofei” di guerra, all’esterno della basilica. Proviene dalla stessa chiesa di Acri, e durante il crollo del campanile di Venezia, avvenuto nel 1902, ha contribuito a fermare l’avanzata dei detriti verso la basilica. In passato la colonna era il punto da dove erano lette le nuove leggi.

 

CAMPANILE DELLA BASILICA DI SAN MARCO

La funzione originale del campanile di San Marco era anche quella di faro e torre di avvistamento. Distrutto e ricostruito varie volte, anche a causa di terremoti e altri eventi catastrofici, è considerato il “paron di Venezia“.

Campane del campanile di San Marco
Campane del campanile di San Marco

Uno dei crolli più spettacolari è stato quello del 1902, durante i lavori per la realizzazione di un ascensore. Rifatto nel 1912, con un’altezza di 98 metri, presenta verso la basilica, la loggetta di Sansovino, che funge da entrata.

Sulla sommità svetta invece la statua dorata dell’arcangelo Gabriele, che funge da segnavento, grazie alle sue grandi ali. Nel 1606, Galileo Galilei ha utilizzato il campanile per scopi astronomici e per testare il suo cannocchiale.

CARNEVALE VENEZIANO

In occasione del carnevale, il campanile è utilizzato per il volo dell’angelo. Rappresenta la colomba in legno, che un tempo scendeva fino al palazzo ducale, per omaggiare il doge, all’inizio dei festeggiamenti carnevaleschi.

Ai giorni nostri, lo spettacolo avviene con un personaggio in carne e ossa, opportunamente imbragato e vestito con abiti che richiamano un uccello. I primi spettacoli, tuttavia, si sono svolti con equilibristi turchi, che percorrevano una fune tesa, ma sono durati fintanto che non sono capitati incidenti mortali.

CAMPANE DEL CAMPANILE

La cella campanaria contiene cinque campane, con nomi differenti, che nel corso dei secoli, avevano scopi ben precisi.

La Marangona è la più grande di tutte, e prende il nome dai carpentieri che lavoravano all’arsenale. Scandiva, infatti, i loro lavoro e l’inizio e la fine delle sedute del Maggior Consiglio.

La Nona suona a mezzogiorno, la Trottiera indicava il momento in cui i nobili dovevano prendere parte alle riunioni del Maggior consiglio.

La Pregadi richiamava i fedeli alla preghiera e annunciava le riunioni del senato. La Renghiera è la più piccola, ma era una campana malefica, poichè avvisava delle esecuzioni capitali.

PORTABANDIERA ROSSI

Per terminare, i tre portabandiera rossi, molto alti, di fronte alla basilica, rappresentavano, in passato, le terre conquistate, ossia l’attuale Cipro, Creta e Peloponneso.

Il governo napoleonico ha modificato la loro simbologia con i valori della Libertà, Uguaglianza e Virtù. Attualmente in cima sventolano le bandiere di Venezia, dell’Italia e dell’Europa.

 

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