SHIBUYA STAzione COSA VEDERE TOKYO
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La stazione di Shibuya è considerata la terza stazione per estensione e traffico di Tokyo, e si sviluppa su diversi livelli. Questo è uno snodo molto importante per i treni e le metropolitane, mentre nel sottosuolo scorre addirittura un fiume….
Per evitare di perdersi lungo i suoi infiniti passaggi pedonali, e si vuole raggiungere il centro nevralgico del quartiere, l’incrocio più affollato del mondo, basta seguire le impronte di Hachiko!!! Scopriamo, quindi, cosa vedere a Shibuya Station!
HACHIKO NELLA STAZIONE DI SHIBUYA
La storia di Hachiko è ormai nota in tutto il mondo. Questo si deve grazie a racconti e pellicole internazionali, come “Hachiko il tuo migliore amico” con Richard Gere del 2009.
STORIA DI HACHIKO
La vicenda comincia nel 1924, quando il professore Hidesaburo Ueno, che insegna all’Università di Tokyo, decide di prendere un cane di razza Akita. Lo chiama Achi, che in giapponese significa Otto, un numero portafortuna secondo la cultura giapponese.
Hachiko, prende l’abitudine ogni giorno di accompagnare il suo padrone alla stazione, dove lo attende anche al ritorno. Un giorno del maggio 1925, purtroppo, il professore Ueno non fa più ritorno a casa, poichè viene colpito da un aneurisma cerebrale mentre sta’ svolgendo una lezione all’università .
Il cane, che non si demoralizza, continua imperterrito ad andare alla stazione ad aspettarlo, fino al giorno della sua morte, avvenuta a marzo del 1935, quasi dieci anni dopo. In questo lungo periodo, proprio per la sua costante presenza alla stazione, Hachiko si era fatto notare e molte persone avevano cercato di farlo desistere, inutilmente.
La storia di Hachiko è conosciuta grazie a uno studente del professore Ueno, che l’ha raccontata e il cane è diventato il simbolo di fedeltà degli animali verso gli uomini. Al nome Hachi hanno aggiunto “ko”, che in giapponese esprime affetto, per questo motivo il cane è conosciuto come Hachiko.
STATUE DI HACHIKO A TOKYO
La statua in bronzo di Hachiko, si trova fuori dalla stazione di Shibuya, vicino al grande incrocio, seguendo le indicazioni per Hachiko Exit. Questa scultura, tuttavia, non è quella originale del 1934, che fra l’altro fu realizzata quando il cane era ancora vivo, tanto più che all’inaugurazione era presente.

La prima opera venne sciolta, per far fronte alle esigenze di reperire materiali necessari durante il periodo della seconda guerra mondiale. Solo nel 1948, il figlio dello scultore decise di rifarla.
Ogni anno, in occasione dell’otto marzo, Hachiko è ricordato dagli amanti dei cani, che spesso portano doni e, in determinate occasioni, addirittura lo “vestono”….
Rimanendo nella stazione di Shibuya, proprio sul muro alle spalle della statua, si può ammirare un vistoso mosaico, che ritrae Hachiko in diverse posizioni, attorniato da vari cagnolini. Ma non solo. Guardando attentamente il tombino vicino alla statua, si può notare che è decorato con la sagoma dell’animale.
Allontanandosi dalla stazione di Shibuya, sulla Koen dori e davanti alla Tower Records Store, si trova una copia della statua più piccola di Hachiko.
LUOGHI DI HACHIKO
A Tokyo, sono diversi i luoghi che ricordano questo fedele animale. Una bella scultura di Hachiko con suo padrone mentre si fanno le feste, si trova nel giardino dell’Università di Tokyo, dove il professore Ueno insegnava.
Nel Museo Nazionale di Storia Naturale a Ueno, è esposto, invece un animale impagliato, con la vera pelliccia del cane. Nella bacheca. accanto a lui, si può vedere un altro eroe nazionale, Jiro, uno dei due cani sopravvissuti in Antartide, dopo essere stati abbandonati e poi salvati da una spedizione.
Infine, nel grande cimitero di Aoyama, riposano le sue ceneri assieme a quelle del suo amato padrone.
IL MITO DI DOMANI MURALES
Lungo i passaggi fra le linee Yamanote e Keio Inokashira, della stazione di Shibuya, si ha modo di imbattersi in un curioso murales…
Si tratta di un’opera creata dall’artista giapponese Taro Okamoto, per essere esposta in Messico dal 1968 al 1969. Ma a un certo punto sparì misteriosamente, per essere ritrovata nel 2003 in un magazzino nella periferia di Città del Messico.
Riportarono il lungo murales di 30 metri in Giappone per esporlo, nel 2008, nella stazione di Shibuya dove è ammirato dai milioni di passeggeri in transito.
Taro Okamoto era un artista surrealista giapponese, che sosteneva che l’arte dovesse essere percepita come un’esplosione. Non a caso, il Mito del Domani, il nome di questo murales, è stato comparato al Guernica di Picasso. Non solo per le dimensioni ma anche per il tema trattato.
L’artista volle dare una risposta alla continua proliferazione nuclerare in tutto il mondo, ricordando anche le bombe di Nagasaki e Hiroshima.
Nel 2011, l’opera subì una “modifica” da parte della band di street artists “Chim Pom”che aggiunsero un pannello, sul quale evidenziavano le falle dei reattori nuclerari di Fukushima.
Rimossero quasi subito questa aggiunta, ma l’opinione pubblica si divise. Alcuni li conseravano dei vandali, altri invece una nuova espressione artistica.
Viaggio on the road in Giappone!!