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Quando si viaggia in Giappone, è inevitabile visitare i templi buddhisti. Ma come è fatto un tempio buddista e quale è la filosofia del Buddhismo? Conosciamo i riti buddisti e le meravigliose architetture di questa religione che i giapponesi praticano spesso in concomitanza con altre, soprattutto lo Shintoismo.
BUDDHISMO IN GIAPPONE
Il Buddhismo è una delle due principali religioni del Giappone. Nato in India nel 600 a.C., è arrivato nel Sol Levante, passando dalla Cina e dalla Corea, ad opera di monaci, intorno al 600 d.C.

In origine, questa religione fu accolta benevolmente solo dalla nobiltà ma non dalla popolazione. Attualmente i templi buddisti sono presenti ovunque in Giappone e frequentati da molti giapponesi.
STORIA DEL BUDDHISMO
Il Buddhismo non è considerato solo una religione, ma anche una dottrina di vita e un pensiero filosofico. Si basa sull‘Illuminazione di Buddha, un principe vissuto nel 2500 a.C. in India, o forse in Nepal, in base a recenti scoperte.
Il vero nome del principe era in realtà Siddartha Gautama. Esperienze negative indussero Siddharta a lasciare le sue ricchezze, che cominciò quindi a vagare in giro per il paese al fine di apprendere gli insegnamenti sulla vita e sull’inevitabilità della morte.
FILOSOFIA DEL BUDDHISMO
La fede buddista porta l’uomo a compiere un percorso interiore, ampliando i sentimenti d’amore, fratellanza e felicità, nella consapevolezza che il suo tempo è limitato.
Secondo la legge del karma, l’uomo è il diretto responsabile delle sue azioni e quindi delle conseguenze su se’ stesso e gli altri, nella vita attuale o in quella futura, dopo la morte, in base al concetto della reincarnazione.
Esiste quindi un karma positivo e uno negativo. e dipende dall’uomo che è il diretto artefice del suo destino e delle sue sofferenze.
VIA DELL’ILLUMINAZIONE BUDDHISTA
La necessità di raggiungere il Nirvana, un sentimento di pace e felicità con se’ stesso e gli altri, deve seguire la via dell’Illuminazione. Solo l’abbandono dei desideri materiali e degli egoismi umani associati a comportamenti giusti e corretti durante la vita, potranno condurre a questo stato di benessere spirituale.
SAMSARA LA RUOTA DELLA VITA BUDDISTA
L’uomo, per abbandonare questa vita terrena di sofferenze, deve evolversi spiritualmente e uscire dal Samsara, il ciclo continuo di vita-morte-rinascita. La ruota rappresenta bene questo concetto buddista di permanente sofferenza e dolore.
Al centro della ruota sono raffigurati infatti l’ignoranza, nelle fattezze di un maiale, l’avidità simboleggiato da un gallo o un colombo e l’odio con la figura di un serpente. Tutte queste creature sono indicate nell’atto di mordersi a vicenda.
L’anello successivo è suddiviso a metà. Le figure nella parte col fondo chiaro si muovono verso l’alto, a simboleggiare la loro evoluzione spirituale, che le farà uscire dalla ruota. Quelle sul fondo nero, invece, sono dirette verso il basso, continuando a sbagliare e condannate a rimanere nel meccanismo del samsara.
TEMPLI BUDDISTI IN GIAPPONE
Gli edifici buddisti si chiamano templi, o otera, e presentano elementi che variano a seconda della loro grandezza e importanza.
CRIPTOMERIE
I templi buddisti si trovano spesso in mezzo a boschi e foreste di altissime criptomerie. Si tratta di cedri rossi giapponesi, ma diffusi anche in Cina, che possono raggiungere i 40 metri di altezza.
Queste conifere si caratterizzano dai loro alti fusti, con una corteccia bruno-rossastra e presentano una folta chioma con foglie aghiforme.
Dal legno delle criptomerie, che è profumato e leggero, ma al contempo tenero alla lavorazione e durevole nel tempo, si ricavano mobili e elementi architettoni pregiati.

SOMON E SANMON I CANCELLI DEI TEMPLI BUDDISTI
Quando si arriva in prossimità di un tempio buddista ci si trova davanti a un cancello chiamato somon, più piccolo di quello posto all’interno che è invece il sanmon. Le dimensioni di quest’ultimo dipendono dall’importanza del tempio buddista.
Il sanmon può essere anche su due piani e avere fino a cinque porte di ingresso, sebbene due rimangano sempre chiuse. Quelle centrali, kumon, sono aperte e quando si oltrepassano si compie un atto di purificazione, lasciando all’esterno tutti i pensieri terreni.
Ai lati del sanmon, dentro delle nicchie, si trovano i nio, due guerrieri muscolosi che incutono paura e proteggono Buddha. Uno è Agyo con la bocca aperta che mostra i denti mentre impugna un’arma, che simboleggia la nascita. L’altro è Ungyo che ha invece la bocca chiusa e rappresenta la morte.
PAGODA DEI TEMPLI BUDDISTI IN GIAPPONE
Un elemento molto scenografico del tempio buddhista è la pagoda. Questa può essere strutturata su due o più piani, di solito in numero dispari, che simboleggiano, ad esempio, il passato-presente-futuro o i cinque elementi aria-fuoco-terra-acqua e vento. Fino al 1200 d.C. all’interno della pagoda si conservavano le scritture e le relique sacre, ora poste invece nell’hondo.
Caratteristica della pagoda è quella di avere anche una punta sulla sommità, che nei templi più antichi era più lunga, per dare la sensazione di solidità, mentre in quelli più recenti è più corta per slanciare maggiormente l’edificio.
La punta funge inoltre da parafulmini, scaricando così l’energia ed evitare che tutto il tempio vada a fuoco.
All’interno del tempio buddhista ci sono però moltissimi tipi di pagode, di forme e materiali differenti. Quelle di dimensioni sono più piccole, sono usate come cenotafi o tombe, abbellite con decorazioni e nicchie dove si conservano statue di divinità.
HONDO SALA DEGLI OGGETTI SACRI TEMPLI BUDDISTI
La sala principale del tempio buddhista è l’hondo, dove si custodiscono oggetti e testi sacri. La sala nella quale i monaci leggono e recitano i mantra si trova vicino, ed è chiamata kodo.
A testimoniare la pacifica convivenza con lo Shintoismo, appena oltrepassato il cancello grande, si trova il temizuya, dove ci si purifica lavandosi le mani e la bocca.
Per completare il rituale della purificazione si brucia l’incenso, osenko, acquistato nel tempio, ponendolo nell’incensiere e indirizzando il fumo verso se’ stessi.
STATUE E CAMPANE DEI TEMPLI BUDDISTI GIAPPONESE
Nell’area del tempio buddhista si possono vedere anche un bosho, la grande campana in bronzo, decorata con incisioni che i monaci suonano con un martello durante le cerimonie e come richiamo alla preghiera.
Alle volte la campana è talmente grande che il suono si produce colpendola con una trave legata con corde.
Numerose sono anche le statue di Kannon, il Buddha della misericordia, alto e magro con un sorriso misterioso. Le statue del Buddha invece si chiamano butzuso, ossia “immagine di Dio”.
BUDDHA, ASANA E MUDRA
Nei templi buddisti le statue di Buddha sono moltissime e lo ritraggono in svariate posizioni, le asana, che assumono un significato diverso in base alle varie fasi della sua vita terrena.

Quando è seduto è in stato di meditazione, in piedi invece ha un significato di insegnamento, mentre cammina ha un atteggiamento di protezione e benevolenza. Infine quando è in posizione sdraiata è nella fase finale della sua vita terrena, prima di raggiungere il nirvana.
Anche la posizione delle mani e dei piedi, mudra, contribuiscono a esprimere un concetto ancora più specifico.
Il Buddha è illuminato quando è in posizione seduta, con la mano destra sul ginocchio e le dita verso la terra, la mano sinistra sulle ginocchia, con il palmo verso l’alto.
Esprime saggezza e meditazione quando ha le gambe in grembo la mano destra su quella sinistra con i pollici che si toccano.
Se è seduto, invece, con il palmo della mano destra rivolta verso l’esterno e le gambe incrociate alla stessa altezza rappresenta la benedizione. Queste sono tuttavia solo alcune delle varie posizioni del Buddha.
JIZO DEI TEMPLI BUDDHISTI GIAPPONESI
In alcuni templi buddhisti sono numerose anche le statuette in pietra dei jizo e rappresentano un Buddha che ha raggiunto l’iluminazione, ma che non è entrato nel nirvana, proprio per aiutare le anime a salvarsi.
I jizu indossano spesso un berretto di lana fatto a mano e una collana di perle. Tengono da una parte un oggetto prezioso, che esaudisce i desideri e dall’altra un bastone con un sonaglio, che camminando suona per spaventare gli insetti e piccoli animali al fine di non calpestarli.
Le statue dei jizu si trovano anche lungo le strade, nei boschi, in campagna o in luoghi insoliti per proteggere i viaggiatori. Ma sono protettori anche delle anime dei bambini mai nati, a causa di aborti, o di quelli morti prematuramente.
Nei templi buddhisti, i jizu si vedono solitamente con bavaglini e cappellini o abitini colorati e le persone portano loro dolci e giocattoli. Il colore prediletto è tuttavia il rosso che simboleggia appunto la protezione.
Queste statuine dei jizu infine sono presenti anche in vecchi cimiteri, dove proteggono le tombe degli antenati ormai dimenticati.
LA SVASTICA DEI TEMPLI BUDDHISTI
Per noi occidentali, la svastica rappresenta un periodo buio della storia dell’umanità. In Giappone tuttavia la manji, come è chiamata, ha un significato di fortuna e positività, ed è comunque diversa da quella usata da Hitler. La svastica buddista infatti è rovesciata ed è leggermente inclinata.
Questo simbolo è spesso posizionato sul petto di Buddha e sulle facciate dei templi. Ultimamente, il Giappone ha pensato di sostituirlo sulle mappe, con quello della pagoda in modo da non generare confusione per gli stranieri.
AMULETI E PORTAFORTUNA GIAPPONESI
In Giappone esistono molti amuleti e portafortuna che vengono venduti anche nei santuari e templi. Non hanno attinenza quindi solo con la religione ma riguardano anche la vita quotidiana dei giapponesi e il loro modo di pensare e le loro superstizioni.
OMIKUJI
Gli omikuji sono dei foglietti di carta sui quali sono riportate delle frasi della fortuna. Si estraggono da una scatola nel tempio o santuario, percuotendola leggermente al fine di fare uscire un omikuji alla volta.

I messaggi possono variare da grande fortuna a grande maledizione, con variazioni intermedie. Una volta letti, se sono positivi si portano con se’ altrimenti si annodano a una rastrelliera nel tempio.
OMAMORI
Gli omamori si presentano come dei sacchettini colorati in seta, e contengono una preghiera che protegge chi li possiede. Hanno varie forme, che dipendono anche dal tempio in cui sono venduti. Si comprano per se’ stessi o si regalano, possono essere appesi ovunque, come sulle borse, in casa, in auto.
Oltre che nei templi, si possono comprare anche nei mercatini, nei distributori automatici, su internet. Gli omamori possono riguardare la felicità, l’amore, gli incontri con le persone, lo studio, la salute, il successo, per gli animali domestici, i viaggiatori, contro gli spiriti maligni e molti altri.
L’omamori non risolve il problema o la difficoltà ma sprona la persona a darsi da fare per cercare una soluzione. Ha una durata di un anno, poi solitamente viene riportato nel luogo dove è stato acquistato o si brucia.
EMA
L’ema è invece una targhetta in legno sulla quale si scrivono preghiere, che poi vengono appese nei santuari soprattutto shintoisti, alcune hanno già delle decorazioni e delle scritte. All’inizio dell’anno nuovo vengono bruciate per far posto a quelle future.

MANEKI NEKO
I Maneki Neko, sono delle statuine di gatti portafortuna, chiamati anche “gatti del benvenuto” data la loro posizione. Se la zampa destra è quella in alto è di buon auspicio per la salute e la famiglia, mentre se quella alzata è la sinistra rappresenta la buona sorte per gli affari e i soldi.
DARUMA
Le bambole Daruma raffigurano la faccia di un monaco, su una base tondeggiante, perlopiù rossa e bianca, ma può essere anche di altri colori.
Al momento dell’acquisto, questi volti non hanno gli occhi ma solamente dei cerchi. Chi li compra, esprime un desiderio o si prefigge un obiettivo da raggiungere e in tale occasione dipinge quindi un occhio. Solamente quando lo scopo sarà ottenuto, il volto verrà completato con il secondo occhio.
LANTERNE NEI TEMPLI BUDDISTI
Una menzione la meritano anche le lampade giapponesi, presenti non solo nei templi e santuari ma anche nei giardini e nelle abitazioni.
TORO-ISHIDORO-TSURIDORO
Nei templi si trovano spesso le lanterne “toro“, dall’aspetto massiccio fatte di pietra, granito, bronzo o legno chiamate “ishidoro“.

Quando si utilizzano nei giardini solitamente sono più basse, poichè servono a decorare e a creare una certa ambientazione.
Un altro tipo di laterna toro è la “tsuridoro” fatta spesso in vetro e ferro, che invece si appende. Durante le feste di “o-bon”, tuttavia, che si tengono in estate, le tsuridoro si metteno a galleggiare sull’acqua, per accompagnare il defunto nell’aldilà.
CHOCHIN
Le lampade “chochin” hanno un leggero telaio in bambù, che si ripiega su se’ stesso, per essere facilmente trasportata. Questa lanterne è rivestita di carta di riso e seta, e si appende con un gancio.
E’ utilizzata non solo nei templi e santuari, ma anche fuori dai locali e ristoranti, e presenta decorazioni con scritte e disegni. Le lanterne chochin vengono utilizzate durante le feste religiose, i matsuri, per adornare e rendere speciali i luoghi.
ANDON
Le lanterne “andon” sono fatte con un telaio in legno o metallo e un rivestimento di carta di riso. Hanno forme cubiche o cilindriche e si appoggiano solitamente a terra. Il combustibile è conservato dentro un recipiente nel quale è immerso lo stoppino.
Tutte queste lanterne hanno varianti, che dipendono dall’ambiente nel quale vengono utilizzate, con linee più o meno moderne e personalizzate.
CREMAZIONE E FUNERALI IN GIAPPONE
Per terminare il discorso sui templi buddisti, spesso all’interno del recinto dell’area sacra, si possono vedere dei cimiteri, più o meno grandi. Si tratta soprattutto di mausolei e tombe di famiglia, costituite da un semplice monumento in pietra. Molte volte sono presenti i sotoba, delle tavolette in legno sulle quali sono riportate i nomi dei defunti.

I giapponesi, durante la vita, praticano diverse religioni contemporaneamente, fra cui il Buddhismo e lo Shintoismo. A seconda delle occasioni e del momento si affidano ai vari riti. Si dice infatti che i giapponesi nascono shintoisti, si sposano cristiani e muoiono buddisti.
La quasi totalità del popolo giapponese, quindi, al momento della morte, si fa cremare, proprio per terminare il ciclo della loro vita purificando la loro anima, che in tal modo si libera del corpo.
RITO FUNEBRE BUDDISTA
Il rito funebre giapponese, nella religione buddista, comincia con la pulizia del corpo del defunto ponendolo poi nella bara. Il giorno seguente si celebra il funerale alla presenza dei parenti e amici e si procede immediatamente alla cremazione, alla quale assiste la famiglia.
Spesso accompagnano il compianto nel suo ultimo viaggio, anche alcuni oggetti personali. La particolarità, alquanto “bizzarra”, per noi occidentali, consiste nel fatto che i resti ossei vengano raccolti, con speciali bacchette, dai familiari, che li mettono nell’urna seguendo un preciso ordine.
Il defunto infatti non deve ritrovarsi con la testa verso il basso e i piedi in alto. L’urna viene in seguito custodita in casa, vicino all’altare di famiglia, per 49 giorni, e solo dopo, è collocata nel cimitero.
Poichè in Giappone i funerali sono molto costosi, la società è cambiata e non tutti dispongono di una tomba di famiglia, del funerale si occupano speciali agenzie funebre, ma in maniera meno formale.
Un ottimo film giapponese, sull’argomento, è il premio Oscar del 2009 “Departures“, che racconta bene il Giappone sotto questo particolare punto di vista.
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