LA MEZQUITA DI CORDOVA COSA VEDERE
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Mezquita di Cordova, cosa vedere, dove andare, cosa fare, guida e itinerario di viaggio in Andalusia.
comincia il viaggio in Andalusia!!
Cordova cosa vedere e cosa fare!!
Cordova o Cordoba? dubbio presto dipanato perchè Cordoba è il nome in spagnolo….
Tornando al viaggio on the road, lasciata Ronda sotto la pioggia battente, ci siamo diretti verso Cordova che distava 160 km. Il paesaggio montuoso ci ha accompagnati praticamente quasi fino a destinazione, visto che Cordova è situata vicino alla sierra Morena.
CENTRO STORICO DI CORDOVA
Primo obiettivo è stato trovare il nostro hotel, in pieno centro storico…Purtroppo per seguire il navigatore ciecamente, ci siamo ritrovati con la macchina in una zona di divieto di circolazione. Prima di farci pizzicare da qualche poliziotto, ci siamo dati alla fuga, passando in mezzo a stradine strette e affollate…

Con il panico, siamo riusciti a svignarcela e a localizzare un parcheggio coperto, naturalmente fuori dal centro medievale.
Quando ho scelto l’hotel on line, mi sono meravigliata di trovarne uno proprio davanti al monumento principale di Cordova, la Mezquita. Ma non avevo fatto i conti che il parcheggio non era compreso, o meglio come era scritto, lo avremmo trovato nelle stradine adiacenti…
Comunque nessun problema, perchè il centro storico della città non è grandissimo, ed è veramente gradevole da attraversare anche con i trolley…
HOTEL LOS PATIOS A CORDOVA
Giunti finalmente all’Hotel Los patios, abbiamo avuto la bella sorpresa di trovare un luogo veramente caratteristico, che si integrava proprio con l’architettura della città.
Per raggiungere la reception, abbiamo attraversato il patio coperto, con funzione di ristorante e abbellito con vasi di fiori appesi ai muri bianchi.
La disposizione della camera era proprio particolare, con i due balconi che si affacciavano direttamente sul patio e da dove si poteva osservare la gente seduta.
La camera disponeva inoltre di quattro letti singoli, con arredi di design, che contrastavano con i muri ristrutturati e i soffitti altissimi. Insomma ne siamo rimasti entusiasti soprattutto per il prezzo irrisorio pagato.
TORRE CAMPANARIA DELLA MEZQUITA DI CORDOVA
Ci siamo affrettati a uscire per andare a vedere il patio della Mezquita, che rimaneva aperto fino alle sette, giusto un assaggio di quello che avremmo visitato il giorno seguente.

La Mezquita era la moschea di Cordoba al tempo della dominazione degli arabi, che qui hanno governato per oltre settecento anni, e l’hanno proclamata capitale del loro impero in terra spagnola.
A quel tempo, Cordova divenne la più grande città dell’Europa occidentale, e ospitava biblioteche, università, osservatori, monumenti, artigiani specializzati e studiosi di ogni parte del mondo e di varie religioni.
La mezquita sorse sul luogo della basilica visigota di San Vincente. Con il passare del tempo venne ampliata, raggiungendo dimensioni enormi, che ancora oggi si possono ammirare.
Quando siamo entrati nel grandissimo patio de los naranjos, un tempo luogo di abluzioni prima delle preghiere dei musulmani, siamo stati informati che avevamo la possibilità di salire sulla torre campanaria prima che chiudesse.

La torre, al tempo dei musulmani, era il minareto della moschea, poi quando i cristiani riconquistarono i territori, la modificarono e la alzarono ulteriormente.
Senza pensarci due volte, abbiamo fatto i biglietti e siamo saliti fino al balcone dove si potevano ammirare le campane da vicino. Poi in cima, dove il panorama era proprio eccezionale.

Si scorgeva tutta Cordova, con le sue viuzze strette e contorte, le case bianche, i tetti con le tegole e tutte le colline verdeggianti intorno. La luce del tramonto faceva la sua parte per rendere ancora più magica l’atmosfera.
Purtroppo era ora di chiusura, ma siamo comunque usciti soddisfatti di questo primo assaggio della Mezquita, che dall’alto della torre, abbiamo constatato essere veramente vasta.

Vista l’ora, ci siamo messi alla ricerca di un posticino dove cenare a base di pietanze tipiche. Gira, gira, alla fine siamo arrivati al punto di partenza, nonostante la gran varietà di locali e ristoranti, che proponevano specialità per tutti i gusti…
Ci siamo sbizzarriti con le tapas, visto che spesso sono delle porzioni ridotte di piatti normali del menù, in modo da poter assaggiare un po’ di tutto. Il tavolo era pieno di piattini e scodelline.
Tornati in hotel, abbiamo avuto modo di approfittare dei confort che la camera offriva, e la vista del patio coperto rischiarato con luci calde e pieno di gente che cenava.

VISITA ALLA MEZQUITA-CATTEDRALE
Il mattino seguente, ci siamo alzati presto, consigliati anche dal personale dell’hotel, in modo da poter accedere alla Mezquita gratuitamente.

Esiste la possibilità infatti di visitare questo monumento dalle otto e trenta alle nove e trenta senza pagare, in seguito il biglietto è obbligatorio, e si vede tutto tranquillamente senza saltare niente.
Prima, però, abbiamo fatto colazione nel bel patio coperto, dato che era compresa nel prezzo della camera. Peccato che era alquanto freschetto, nonostante le stuffe accese….poco male, avevamo fretta.
Come noi, la stessa idea l’aveva avuta una marea di turisti, tutti informati della opportunità di accedere alla Mezquita, senza spendere niente.
STORIA DELLA MEZQUITA
Quando gli arabi si impadronirono di Cordoba, l’area dell’attuale Mezquita era occupata dalla basilica visigota di San Vincente. In seguito, il terreno venne utilizzato sia dai musulmani che dai cristiani, per i loro rispettivi luoghi di culto.
Con il passare dei secoli, e il susseguirsi degli emiri arabi, la moschea prese i sopravvento e venne ampliata in diversi periodi, sia a causa dell’aumento della popolazione che per il prestigio dei regnanti.
La cinta muraria della Mezquita è impressionante, tre sono gli ingressi principali dai quali si accede al patio de los naranjos, abbellito anche da fontane e porticati.

La Puerta del Perdon è l’accesso principale, e gli aranci del patio in realtà vennero messi dai cristiani, al posto delle palme degli arabi. Lo spazio serviva oltre che per le abluzioni, anche per i medici di allora che davano consigli o dai filosofi come Averroè, che tenevano lezioni.
INTERNO DELLA MEZQUITA DI CORDOVA
Appena si entra le 856 colonne delle 1293 che erano in origine, sono uno spettacolo impressionante. La struttura doveva richiamare i grandi spazi aperti delle abitazioni nel deserto, usati per la preghiera.

Per questo motivo, le caratteristiche colonne sormontate da doppi archi rossi e bianchi, avevano lo scopo di rappresentare le palme, mentre la luce filtrava attraverso le 19 porte perimetrali, in seguito murate. I due ordini di archi avevano anche la funzione di rendere la moschea più alta e ariosa.
Nella prima parte, appena si entra, ci si trova nel nucleo originario della Mezquita. Da lì, in seguito, sono stati fatti gli ampliamenti nel corso dei secoli.
Il luogo più importante era il mihrab, la nicchia di preghiera lungo la qibla, il muro che indica la direzione della Mecca. In realtà, pare che il mihrab sia posizionato in direzione della moschea di Damasco, città natale del califfo di quel tempo.

Per sottolineare l’importanza del luogo, furono utilizzati mosaici dorati, richiamando così un’atmosfera bizantina.

La zona limitrofa, la maksura, è delimitata da inferriate, ed era destinata ai califfi. Le ricche decorazioni degli archi e delle cupole sottolineano l’importanza del luogo.
LA CATTEDRALE NELLA MEZQUITA
Quando i cristiani riconquistarono Cordova nel 1236, riconvertirono la moschea in chiesa, e in seguito ne sventrarono una parte per far posto alla Cattedrale.

Questa chiesa interna riunisce vari stili architettonici come il gotico, il fiammingo, il barocco e il rinascimentale. La Mezquita si chiama infatti Moschea-Cattedrale proprio per questo motivo.

All’interno della cattedrale, la Capilla Mayor custodisce un prezioso retablo in diaspro e marmo e un coro in mogano intagliato.

Nonostante la sua magnificenza, quando Carlo V la vide la prima volta, ne rimase deluso e arrivò addirittura a dire, che avevano costruito una chiesa comune rovinando un capolavoro unico nel suo genere.

Per noi invece, è stata una visita memorabile, per i contrasti architettonici che riunisce, e soprattutto il valore simbolico delle due religioni Islamica e Cattolica che rappresenta.
Andalusia on the road cosa vedere!!