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CASTELLO SFORZESCO cosa vedere-Milano

CASTELLO SFORZESCO COSA VEDERE-MILANO

Duomo di Milano!!

Milano cosa vedere!!

Pinacoteca di Brera!!

Una visita al meraviglioso castello sforzesco è un’ottima occasione per conoscere la storia di Milano. Sede di svariati musei e istituzioni culturali, non lascia certo indifferenti per le sue dimensioni e scenografie. Andiamo quindi alla scoperta delle sue curiosità e dei fatti che hanno contribuito a forgiare e rendere famosa questa città.

STORIA DEL CASTELLO SFORZESCO

Via Dante vista sul Castello di Milano
Via Dante vista sul Castello di Milano

L’area in cui sorge il castello, in epoca romana, era occupata da uno dei quattro fortilizi che difendevano la cittadella. Nel medioevo, il casato dei Visconti, che detenevano la Signoria di Milano, ne ampliarono le fortificazioni. La corte, in seguito, vi si trasferì dal Plazzo Ducale, oggi Palazzo Reale, accanto al Duomo.

 IL BISCIONE DELLO STEMMA

Alla morte dell’ultimo discendente maschio dei Visconti, i nobili milanesi ne approfittarono per distruggere il castello. Quando Francesco Sforza e la moglie Bianca Maria Visconti presero il potere, mantennero lo stemma  araldico visconteo, raffigurante il “biscione“.

Questo simbolo, che ritrae un serpente nell’atto di ingoiare un fanciullo, rimase in uso fino all’epoca napoleonica. In seguito venne inserito, assieme con il leone di San Marco, nello stemma del regno lombardo-veneto, e completato con una corona dorata.

Varie sono le leggende che raccontano la sua origine. Fra di esse, c’è la storia di Umberto Visconti secondo la quale salvò un bambino, intrappolato nelle fauci del drago Tarantasio, che minacciava a quel tempo Milano.

Un altro racconto ricorda invece, la vittoria di Ottone Visconti, durante la seconda crociata, nei confronti di un nobile saraceno. Quest’ultimo aveva proprio un vessillo di guerra con questo stemma, che venne poi adottato dalla casata dei Visconti per ricordarne l’episodio.

In epoca moderna, il biscione, è stato utilizzato anche come logo della squadra di calcio dell’Inter e in maniera stilizzata, nel primo marchio di Canale 5. Infine, anche la casa automobilistica dell’Alfa Romeo lo ha inserito nel suo marchio.

LEONARDO DA VINCI AL CASTELLO

Nel 1494, Ludovico Sforza detto il Moro trasformò il castello in una delle corti più fastose e ricche d’Europa. Vi lavorarono importanti artisti, fra cui Leonardo da Vinci, che affrescò molte sale dell’appartamento ducale.

L’unica decorazione di Leonardo ancora presente, si trova nella Sala dell’Asse, dove si può osservare un intreccio vegetale con frutta. Il Genio progettò anche una colossale statua equestre, che doveva essere la più grande del mondo. A causa della lentezza dei lavori e la mancanza di materia prima, il bronzo, riuscì a farne solamente una copia in creta, che i Francesi distrussero.

Cavallo di Leonardo da Vinci a Milano
Cavallo di Leonardo da Vinci a Milano

A tal proposito, nel 1999, un’artista americana produsse una versione del Cavallo di Leonardo, alta 8 metri, che è oggi esposta davanti all’ippodromo di San Siro. Ciò fu possibile anche grazie alle sovvenzioni di un magnate americano, che volle però averne una copia, per la sua collezione privata a Grand Rapids, nel Michigan.

 

DOMINATORI STRANIERI E RICOSTRUZIONI

Nei secoli successivi dominatori francesi, spagnoli e austriaci si succedettero e il castello, man mano subì distruzioni e rimaneggiamenti, da palazzo reale divenne una cittadella militare.

Napoleone, dopo l’iniziale idea di abbatterlo, decise invece di restaurarlo e in quell’occasione venne eretto l’Arco della Pace, oggi compreso nel Parco Sempione.

Sotto il dominio austriaco, il castello fu la base del comandante Radetzky, dal quale attaccò durante le famose “Cinque giornate di Milano” e le guerre di indipendenza del 1848.

Il castello subì danni e distruzioni anche durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Venne nuovamente ristrutturato seguendo il progetto originale voluto dagli Sforza, da qui l’appellativo di Castello sforzesco. Al termine dei lavori della metropolitana, venne aggiunta la grandiosa fontana in Piazza Castello, in direzione del cuore di Milano.

ARCHITETTURA DEL CASTELLO SFORZESCO

Il castello sforzesco possiede un’architettura abbastanza complessa e varia. Un largo fossato circonda tutta la struttura, dalla pianta quadrata e mura lunghe 200 metri, con possenti torrioni angolari dalle diverse forme. Quelli disposti verso il Parco Sempione sono quadrangolari. La Torre della Falconiera racchiude la bella sala dell’Asse, affrescata a suo tempo da Leonardo da Vinci. La Torre della Castellana, invece, custodiva il Tesoro degli Sforza.

Fontana del castello sforzesco
Fontana del castello sforzesco

I torrioni della facciata anteriore, in direzione del centro storico, sono cilindrici e rivestiti con pietre a punta di diamante. Sono queste le torri del Carmine e di Santo Spirito, utilizzate dapprima come prigioni e in seguito come cisterne per l’acqua.

TORRE DEL FILARETE

La magnifica torre centrale della facciata anteriore, detta del Filarete, prende il nome dall’architetto toscano che la progettò nel 1452.

L’originale, tuttavia, non ebbe vita lunga, poichè saltò in aria per sbaglio, in quanto all’interno si trovava l’armeria. La torre che si vede oggi è stata edificata durante il restauro del Novecento, rifacendosi ad antiche fonti storiche.

La torre del Filarete ha una base quadrata ed è strutturata su vari livelli, con terrazze merlate e una cupola finale.

L’orologio è decorato con il “sole raggiante” o “razza“, simbolo degli Sforza, mentre nella nicchia sottostante, è posta la statua di Sant’Ambrogio. Ai lati della scultura sono visibili inolre tutti i simboli araldici delle varie generazioni degli Sforza.

Sempre sulla facciata esterna, un bassorilievo ritrae Umberto I di Savoia a cavallo, che rimase ucciso in un attentato a Monza nel 1900. A lui è dedicata infatti la torre del Filarete.

Il lato della torre verso la Piazza d’Arme, riporta lo stemma del biscione adottato dai Visconti.

FORTIFICAZIONI DEL CASTELLO SFORZESCO

Il castello, nella sua lunga storia, subì continue modifiche, a seconda di chi si trovava a governarlo. Sotto la dinastia degli Sforza venne aggiunta la Ghirlanda, una seconda cinta fortificata, che fu poi smantellata.

Di questa sono ancora visibili i resti delle torri angolari e un passaggio coperto in mattoni, con soffitto a volta e finestrelle. Si tratta di un camminamento interrato posto nella parete esterna del fossato, che utilizzavano i soldati quando si spostavano o proteggevano il castello. Qui inoltre si trovava un probabile percorso segreto che arrivava fino a Santa Maria delle Grazie, il mausoleo degli Sforza.

E’ rimasto anche un ponte coperto, detto “ponticella“, che aveva la funzione di collegare gli appartamenti privati degli Sforza con la ghirlanda. Si tratta di una struttura con tre sale, che si affacciano su un porticato esterno decorato con colonne.

Questo fu, probabilmente, progettato dal Bramante. Ludovico il Moro vi si isolò in segno di lutto, per due settimane, alla morte della moglie Beatrice d’Este, da qui il nome di “salette negre“.

Attorno a Piazza d’Arme si possono vedere ancora gli antichi camminamenti di ronda, sebbene siano stati  ricomposti in seguito alle ristrutturazioni.

 

PIAZZA D’ARMI E PIETA’ RONDANINI

Le mura del castello racchiudono tre corti principali. La più grande è la Piazza d’Armi, che si trova appena oltrepassata la torre del Filarete. Prende il nome dalle esercitazioni militari che vi avvenivano in passato, mentre oggi si presenta come un vasto spazio erboso con vari sentieri.

Su un lato delle mura, entrando a sinistra, si trova quello che era l’Ospedale spagnolo, utilizzato dai soldati spagnoli e, probabilmente, anche durante la peste dai cortigiani del palazzo.

All’interno è allestito il Museo della Pietà Rondanini, dove sul soffitto sono visibili resti di pitture, fra cui cartigli, che contengono i versi del “Credo Cattolico”.

Museo Pietà Rondanini castello sforzesco
Museo Pietà Rondanini castello sforzesco

Questo museo espone l’ultima Pietà di Michelangelo, che iniziò a scolpire nel 1555. Sebbene i lavori durarono per vent’anni, a causa di ripensamenti e modifiche, l’opera rimase incompiuta. L’artista infatti morì prima, all’età di 89 anni.

Dopo varie vicissitudini, nel 1800, ritrovarono questa Pietà nel palazzo di un collezionista romano, dal quale poi prese il nome di Pietà Rondanini.

Michelangelo in realtà non mise mai piede a Milano. Per questo motivo l’opera è esposta in questo apposito museo, al fine di non includerla nel percorso di visita delle collezioni lombarde.

IL CARMINETO

Rimandendo in Piazza d’Armi, sul lato opposto, si trova il tratto delle mura chiamato il Carmineto. Un tempo, nelle vicinanze, esisteva il convento di Santa Maria del Carmine, da qui il suo nome.

Carmineto e torrione del castello sforzesco
Carmineto e torrione del castello sforzesco

Accostati ai muri, ci sono reperti architettonici, fra cui colonne, capitelli e sarcofagi. Sono visibili anche le facciate di due edifici rinascimentali, che in origine erano collocate in centro a Milano.

Per concludere, prima di lasciare Piazza d’Arme, la statua di San Giovanni Nepomuceno, ricorda l’occupazione austriaca. Il monumento venne realizzato nel 1727, in quanto il santo era il protettore degli eserciti austriaci. Inoltre, il fossato morto, così chiamato perchè è senza acqua, separa la corte Ducale e il cortile della Rocchetta dalla corte delle Armi.

LA CORTE DELLA ROCCHETTA

Il cortile della Rocchetta era il luogo più protetto del castello, dove si rifugiavano i duchi e castellani in caso di pericolo. Si tratta di una corte quadrata nella quale, in origine, si accedeva solamente da un ponte levatoio, in seguito però venne aperto un passaggio anche verso la corte Ducale.

Rocchetta lo stemma degli Sforza
Rocchetta lo stemma degli Sforza

Un porticato corre lungo tre lati mentre le facciate degli edifici conservano tracce di decorazioni risorgimentali a losanga. I sottoportici sono anch’essi decorati con le “razze” il sole dello stemma sforzesco.

La torre di Bona fu eretta per proteggere la moglie di Galeazzo Maria Visconti, assassinato dai suoi cospiratori, divenne poi anche una prigione.

In questa corte si trova la Torre della Castellana, utilizzata per conservare il Tesoro della corte composto da gioielli, pietre preziose e monete. Un affresco, probabilmente attribuito a Bramante, raffigura Argo, il dio dai cento occhi. Il dio posto lì a protezione del tesoro, si presenta tuttavia senza testa, poichè andata perduta nel tempo.

CORTILE DUCALE

La corte ducale, dall’aspetto rinascimentale, era la parte del castello dove risiedeva il duca e la corte. Strutturata su tre lati, presenta su quello di fondo, il Portico dell’Elefante, così chiamato per un affresco che ritrae animali esotici, fra cui proprio un elefante.

Corte ducale castello sforzesco
Corte ducale castello sforzesco

 

Sotto le arcate è posta inoltre la lapide che ricorda la Colonna infame, utilizzata durante le torture a due cittadini milanesi, accusati di avere diffuso la peste, nel 1600. Alessandro Manzoni ricordò l’episodio nel suo saggio “Storia della colonna infame”.

Per finire, una scalinata conduce alla loggia superiore di Galeazzo Maria, abbellita con sottili colonne. Pare che il duca ci salisse anche a cavallo, ecco spiegato perchè gli scalini sono bassi.

In mezzo alla corte ducale, si trova un giardino con piante e fiori, abbellito con una lunga vasca rettangolare, poco profonda, che si presta a scatti fotografici molto scenografici.

MUSEO D’ARTE ANTICA

Il castello , grazie alla sua estensione e agli ambienti perfettamente restaurati, ospita numerosi musei, mostre ed esposizioni temporanee. Oltrepassata la porta Giovia, con il grande stemma sforzesco, ci si ritrova nella corte ducale, dove si accede ai musei del castello, per i quali si acquista un unico biglietto, molto economico.

Il Museo d’Arte Antica occupa quelli che erano gli appartamenti ducali. I soffitti delle sale presentano magnifiche decorazioni, risalenti al periodo degli Sforza e degli Spagnoli. Il museo espone sculture antiche e medievali, gotiche e rinascimentali, soprattutto provenienti dall’Italia settentrionale.

Vi si accede, simbolicamente, attraverso una pusterla, ossia un antico arco che decorava una delle 10 porte minori delle mure medievali di Milano, mentre 6 erano i varchi principali.
Quella esposta è la pusterla dei fabbri, che venne demolita nel 1900. Si trovava in una zona periferica della città, in quanto le attività dei fabbri erano molto rumorose e necessitavano di abbondanza di acqua, in questo caso era quella del Naviglio.

MONUMENTO DI BERNABO’ VISCONTI

Il grandioso monumento di Bernabò Visconti, duca di Milano, si trova nelle prime sale. L’opera si compone di un basamento con colonne, di un sarcofago e infine della statua equestre raffigurante il duca. Bernabò Visconti morì prematuramente, poichè il nipote Gian Galeazzo, lo avvelenò, per usurpargli il potere.

Monumento a Berbabò Visconti Museo arte antica
Monumento a Berbabò Visconti Museo arte antica

 

SALA DELLE ASSE

Dopo aver attraversato varie sale, si raggiunge quella degli arazzi, che espone fra l’altro il grandioso gonfalone di Sant’Ambrogio, realizzato con sete dorate e pietre preziose.

Arazzi nel Museo di Arte Antica Milano
Arazzi nel Museo di Arte Antica Milano

La sala delle Asse, situata nella torre della Falconiera, deve il nome alle assi in legno, che un tempo rivestivano i muri, per renderla più calda e confortevole. La volta della stanza è completamente decorata con una pittura che rappresenta un pergolato di gelsi ,fittamente intrecciati, creando un effetto trompe l’oeil.

Sala delle Asse affresco di Leonardo
Sala delle Asse affresco di Leonardo

Ludovico Sforza, detto il Moro, per la carnagione scura, commissionò l’opera a Leonardo da Vinci, nel 1498. L’artista dipinse le piante di gelso, dette moroni in milanese, anche per richiamare il nome del suo committente. Volle tuttavia simboleggiare soprattutto la politica saggia di Ludovico Sforza, al fine governare correttamente sul Ducato.

L’opera rimase putroppo incompiuta a causa dell’arrivo dei francesi, nonostante un secondo tentativo da parte di Leonardo di portarla a termine.

In epoche recenti, il castello venne restaurato più volte,e in quell’occasione venne riscoperto anche un monocromo, attribuito anch’esso a Leonardo. Rappresenterebbe infatti delle rocce in mezzo alle quali, si fanno spazio le radici degli alberi di gelso, raffigurati sul soffitto.

In seguito a restauri operati in precedenza, in maniera frettolosa e non corretta, i colori risultano essere più brillanti, rispetto a quelli che Leonardo avesse utilizzato in origine. Si è tentato quindi ultimamente di rimediare con ulteriori restauri.

La vicina cappella ducale è anch’essa affrescata  con un meraviglioso decoro sulla volta, raffigurante la resurrezione di Cristo. Non fu però molto apprezzata da Napoleone, poichè utilizzò l’ambiente come una scuderia.

Affresco della Cappella ducale al castello sforzesco
Affresco della Cappella ducale al castello sforzesco

La sala dei portali conserva maestose entrate di antichi palazzi andati distrutti, con magnifiche decorazioni e statue dai differenti stili architettonici.

Museo arte antica al castello sforzesco
Museo arte antica al castello sforzesco

MONUMENTO FUNEBRE A GASTON DE FOIX

L’armeria espone una vasta collezione di armi bianche, da fuoco e armature, mentre la sala degli scarlioni è così chiamata per le decorazione a zig zag bianche e rosse.

La sala è però famosa, per il monumento funebre a Gaston de Foix, un governatore francese, che morì giovane. L’opera risulta incompiuta, inquanto arrivarono le truppe pontificie e il potere tornò in mano a Francesco Sforza.

Monumento funebre a Gaston de Foix
Monumento funebre a Gaston de Foix

Frammenti di questo monumento si trovano sparsi in vari musei, fra cui il Victoria e Albert Museum di Londra e il Prado a Madrid.

FONTANA DI LUCA BELTRAMI

All’uscita del Museo di arte antica, in un piccolo cortile chiuso, si trova una fontana neo-rinascimentale. Fu realizzata da Luca Beltrami, alla fine del  1800. Grazie a questo architetto e storico dell’arte, oggi è ancora possibile ammirare il castello sforzesco, nelle attuali forme.

Egli creò questa fontana, basandosi su calchi di un’acquasantiera conservata nella chiesa di Bellinzona. Ci aggiunse inoltre la scultura del biscione visconteo. La fontana rimase in mezzo alla corte ducale fino al secondo dopoguerra.

In seguito fu rimpiazzata con la moderna vasca rettangolare e relegata in una posizione un po’ nascosta. Della fontana esistono altre tre copie una a Seregno, una a Niguarda nella Villa Mirabello e una a Grazzano Visconti nella piazza.

MUSEI DEL CASTELLO SFORZESCO

Oltre al museo di arte antica si ha modo di visitare altre collezioni, raccolte e archivi di vario genere.

PINACOTECA DEL CASTELLO

Proseguendo la visita della corte ducale, al piano superiore del Museo di Arte Antica, si trova la Pinacoteca, che vanta ben 1500 opere. Incentrata sulla pittura lombarda e veneta, la Pinacoteca espone anche quadri fiammingo-olandesi, sia con temi religiosi e profani che spaziano dall’arte gotica a quella rinascimentale.

Fra i grandi pittori si ricordano Andrea Mantegna, con la sua bella “Madonna in gloria”, Tintoretto, Canaletto, Bramantino e Correggio. Espone inoltre rilievi lignei, pale d’altare e affreschi.

MUSEO EGIZIO

Nel piano interrato il museo egizio vanta una collezione di ben 3000 reperti, molti dei quali derivano da donazioni e acquisizioni in tempi recenti. Una parte, in precedenza, era esposta nel Palazzo di Brera, poi con i restauri del Novecente il museo trovò qui la sua definitiva collocazione.

I temi trattati sono quelli della scrittura, della figura del faraone e il suo rapporto con le divinità e la vita quotidiana degli antichi egizi. Si possono quindi ammirare statuete di divinità, maschere funerarie, sarcofagi, mummie e molti utensili in legno.

MUSEO DELLA PREISTORIA E PROTOSTORIA

Anche questo museo si trova nel piano interrato della corte ducale, accanto a quello egizio. Il percorso si sviluppa nel racconto dell’evoluzione del territorio lombardo dal periodo neolitico a quello romano, quasi 6000 anni di storia.

Le raccolte che riguardano le varie epoche sono rappresentate da manufatti in pietra, metallo e ceramiche, produzioni tessili e l’uso dell’aratro e del carro. Sia questo museo che quello egizio sono le sezioni distaccate del più ampio Museo Archeologico in corso Magenta.

MUSEO DEI MOBILI E DELLE SCULTURE LIGNEE

Al primo piano degli appartamenti ducali, vicino alla Pinacoteca, si trova il Museo dei mobili e delle sculture lignee. Grazie a lasciti di importanti famiglie lombarde, e non solo, il museo vanta una collezione di oltre 2000 pezzi.

L’esposizione è articolata in quattro sezioni  e segue la storia del mobile dal Quattrocento al Novecento. Ecco quindi che nella sezione riguardante “la corte e la chiesa” ci sono cassoni e sculture lignee religiose, nella “Stanza dell’erudito” sono esposti mobili con inserti raffinati in avorio e pietre preziose.

La sezione degli intagli barocchi e rococò mostra pezzi di arredamento destinato alle grandi sale da ballo. Nell’ultima parte del percorso sono conservati arredi e oggetti che vanno dallo stile neoclassico, all’eccletico e di design, con creazioni, ad esempio, di Gio’ Ponti.

CAMERA DI GRISELDA

Molto interessante in questa parte del Museo del mobile, è la Camera di Griselda, che risale al tardo medioevo. Si tratta di una stanza completamente decorata, soffitto compreso, con scene della centesima Novella del Decamerone di Boccaccio.

Queste pitture si trovavano un tempo nel castello di Roccabianca, in provincia di Parma, dove oggi si ammirano invece delle copie risalenti al 1999.

La storia narrata è quella del marchese di Saluzzo, che accettò di sposarsi con la popolana Griselda, al fine di  lasciare un erede che governasse il suo ducato.

Egli, per testare la fedeltà e la pazienza della sposa, la sottopose a crudeli prove e sofferenze, capendo alla fine la sua bontà e innocenza.

MUSEO DELLE ARTI APPLICATE

Proseguendo la visita ai Musei del castello sforzesco, si oltrepassa un passaggio coperto sulle mura, in prossimità della porta Giovia. Ci si ritrova quindi al secondo piano della Rocchetta, dove sono esposti manufatti che vanno dall’età paleocristiana a XXI secolo.

Museo delle arti decorative al castello sforzesco
Museo delle arti decorative al castello sforzesco

Le collezioni si devono soprattutto a generose donazioni da parte di famiglie lombarde, che hanno lasciato alla città ceramiche, maioliche, porcellane, oggetti di oreficeria, in bronzo, vetri, tessuti.

L’ultima parte, più moderna, conserva opere realizzate da Giò Ponti per Richard Ginori.

SALA DELLA BALLA

La sala della balla, al primo piano della Rocchetta, venne erroneamente considerata come la sala delle feste e dei giochi durante il XV secolo. In realtà queste avenivano nelle sale che ospitano oggi il museo dei mobili, negli appartamenti ducali. Si capì, in seguito, che questo era il luogo dove si conservavano le granaglie e le farine.

Museo strumenti musicali al castello di Milano
Museo strumenti musicali al castello di Milano

Oggi vi sono esposti, su un lato, strumenti musicali a tastiera mentre sull’altro gli arazzi raffiguranti i mesi della collezione Trivulzio.

MUSEO DEGLI STRUMENTI MUSICALI

Il Museo degli Strumenti Musicali si compone di numerose collezioni lasciate da privati. Ci sono quindi raccolte di strumenti ad arco, a pizzico, a fiato, a tastiera.

Vi è conservata anche uno studio di fonologia musicale della RAI, utilizzato fino al 1983, per produrre musica elettronica e colonne sonore per la radio e la televisione.

RACCOLTE E ARCHIVI

Per completare la visita al castello sforzesco, nell’edificio principale, dove si trova la torre del Filarete, si ha modo di accedere ad archivi e raccolte specializzate, ma solo su appuntamento.

L’archivio fotografico, ad esempio conserva oltre 850.000 fotografie, che vanno dal 1840 ai giorni nostri. Ci sono inoltre il Gabinetto del Disegno, la Raccolta delle Stampe, la Biblioteca Archeologica e Numismatica, l’Archivio Storico e Civico e la preziosa Raccolta Vinciana.

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