DELFI MUSEO COSA VEDERE DOVE ANDARE
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Delfi museo archeologico cosa vedere, dove andare, cosa fare visita, curiosità e informazioni sul sito più importante per gli oracoli…
Grecia viaggio on the road comincia!!
Il paesaggio impervio nel quale si trova il santuario di Delfi mostra molto bene quanto abbiano faticato gli antichi Greci per riuscire ad erigerlo, e ricostruirlo dopo vari terremoti e incendi.
Prima di accedere al sito archeologico, che si trova lungo la strada, si ha modo di visitare il relativo museo archeologico molto interessante. Naturalmente è possibile vederlo anche anche dopo la visita dell’area del santuario. In questo caso sarà utile per capire meglio ciò che si è visto e contestualizzare i reperti.
DELFI MUSEO LA STORIA
Il primo museo archeologico risale al 1903 e venne eretto per ospitare i numerosi ritrovamenti fatti da spedizioni francesi. Nel periodo del nazismo molte collezioni vennero nascoste per evitare che fossero portate vie.
Il moderno museo che si ha modo di visitare oggi, risale al 1999, ed è praticamente la sistemazione finale dell’edificio precedente ristrutturato, ampliato e rinnovato.
Le mostre seguono tecniche espositive moderne, con pannelli informativi e riscostruzioni dettagliate.
Il museo si concentra sulla storia del santuario di Delfi e dell’oracolo. Le mostre espongono i reperti in maniera cronologica e in base agli argomenti trattati.
Poichè molti opere hanno dimensioni rugguardevoli, sono state sistemate in maniera ottimale sia per valorizzarle che per renderle godibili ai numerosi visitatori.
Gli oggetti esposti riguardano offerte portate al santuario soprattutto durante il suo periodo di massima prosperità , dai tempi della Grecia arcaica al tempo dei Romani.
SALE DEL MUSEO DI DELFI
Visita alle varie sale del museo e descrizione dei monumenti principali.
ALBORI DEL SANTUARIO
Le prime due sale sono incentrate sul periodo miceneo e minoico del santuario. Vi sono esposte statuette e tripodi in bronzo dati in offerta alle divinità di allora, ma anche oggetti in bronzo, gioielli, elmi votivi e i primi modelli di statuine Kouroi.
STATUE KOUROI E KORAI

Entrando in questa sala ci si trova di fronte due gigantesche statue Kouroi, sculture in marmo realizzate principalmente per essere posizionate sopra le tombe. Avevano uno stile egizio, ma non riguardavano l’immortalità dell’anima, come in quel caso, bensì commemoravano il defunto.
Le statue kouroi, esaltavano la perfezione fisica ed rappresentavano corpi maschili nudi, con la gamba sinistra in avanti, come se fosse in fase di movimento. Le braccia erano vicino al corpo con i pugni chiusi. Avevano inoltre un sorriso appena accennato, come segno di pace interiore.
Le Korai erano invece la versione femminile di queste statue, che rappresentavano giovani donne vestite, con i piedi uniti, un braccio reggeva la veste e l’altro era ripiegato verso il petto, come se portasse un’offerta. Entrambe queste statue mostravano acconciature curate fatte di trecce.
LA SFINGE DI NASSI

Sala della Sfinge di Nassi, dal nome dell’isola di Naxos nelle Cicladi. Questa scultura fu ritrovata a pezzi, ma grazie a restauri, è possibile ammirarla nella sua forma originale. Posta in cima a una colonna ionica, che all’epoca era alta 12 metri, costituisce l’attrazione principale di questa sala.
Si tratta di una sfinge con testa di donna, il corpo di leone e le ali di uccello. Risale al 560 a.C. quando venne data in dono al santuario. Alla base, un’iscrizione ricordava che la cittadina di Naxos aveva acquisito il diritto di promanteia, ossia di ottenere un oracolo prima di altri.
Gli oracoli si svolgevano, infatti, solo in determinati periodi ed erano perciò limitati. e non erano risposte a domande specifiche su eventi futuri, ma richieste su come interpretare dei fatti e come affrontarli.
La statua della sfinge di Naxos nel santuario era addossata a un muro, vicino alla roccia della Sibilla.
TESORO DEI SIFNI
Nella stessa sala della sfinge si trovano anche i fregi del Tesoro dei Sifni. Si trattava di un edificio a forma di tempietto con due cariatidi anteriori che fungevano da colonne.
Il tempio fu donato a Delfi dall’isola di Sifno, nelle Cicladi, verso il 530 a.C. per chiedere fino a quanto sarebbe durata la loro ricchezza, che si basava sull’estrazione di metalli preziosi.
Nel museo si possono vedere i resti dei fregi e decorazioni del timpano, e una delle cariatidi sopravissute. Uno dei frontoni esposti racconta la contesa del tripode tra Apollo e Eracle, che erano entrambi figli di Zeus.
Apollo era il dio del Sole e il tripode era il simbolo dei suoi poteri profetici, inoltre era anche il dio delle arti, della musica e della poesia.
Una parte del fregio esposto rappresenta invece scene della guerra di Troia.
SALA DEL TESORO

Qui sono esposti alcuni dei tesori ritrovati in nel sito del santuario. Si ha modo di vedere una copertura in argento con le fattezze di un toro, volti di statue crisoelefantine fatte quindi con oro e avorio e gioielli lavorati finemente in oro. Si pensa che rappresentino Apollo, Artemide la sorella e Latona la madre.

Questi oggetti vennero trovati sotto la Via Sacra in prossimità dell’Halos, prima di arrivare al Tempio di Apollo. Furono sotterrati per preservarli.
SALA DEL TEMPIO DI APOLLO
In questa sala sono esposti reperti del Tempio di Apollo, che dopo varie distruzioni, venne eretto per l’ultima volta nel VI secolo a.C.
Il tempo di Apollo era in stile dorico e presentava 6 colonne sui lati corti e 15 su quelli lunghi. All’interno si trovava l’area sacra con il sedile della Pizia, la sacerdotessa che riferiva l’oracolo. Un tunnel sotterraneo lo collegava all’esterno.
In questi ambienti erano conservati il fuoco perpetuo e l‘onfalo, la pietra che definiva Delfi l’ombelico del mondo e dalla quale sgorgava l’acqua della fonte Castalia.
Sull’architrave esterna erano riportate frasi di sapienza come il famoso motto “conosci te stesso” utilizzato anche da Socrate.
SALA DEL TESORO DEGLI ATENIESI
Sale del Tesoro degli Ateniesi con metope e decorazioni del frontone sui quali sono rappresentate scene di battaglie e gesta eroiche. Questo tempio è stato in parte ricostruito nel sito e si ha modo di osservarlo salendo dalla Via Sacra.
SALA DI ATENE PRONAIA
Sala del Tempio di Atena Pronaia espone sculture, parti architettoniche, figure in bronzo ritrovate dentro questo santuario, che si trova poco prima di arrivare a Delfi.
Nella sala accanto, riguarda il Tholos di Delfi, che era situato nel tempio di Atena Pronaia. Resti architettonici di questo edifico circolare mostrano teste di leone e metope decorate.
I BALLERINI DI DELFI
La colonna dei Ballerini di Delfi, o Colonna di acanto, fu donata dagli Ateniesi verso il 330 a.C., ma il motivo preciso per cui è stata eretta non è conosciuto. I frammenti della Colonna di acanto furono rinvenuti nei pressi del Tempio di Apollo, sulle terrazze a nord est.

La colonna era alta 13 metri e terminava con un capitello con foglie di acanto attorno alle quale erano disposte tre figure femminili in posizioni di danza, e avevano una funzione di cariatidi.
La parte concava superiore suggerisce che tutta la struttura supportasse un enorme tripode in bronzo, all’interno del quale si trovava l’omphalos, l’ombelico del mondo.

Questo era una riproduzione, e la sua decorazione faceva apparire l’omphalo come se fosse avvolto in una rete di lana.
Nel santuario esistevano diversi omphalos, ad esempio un altro era vicino al tesoro di Atene e commemorava la vittoria di Maratona e naturalmente il più importante all’interno del tempio di Apollo.
EX VOTO DI DAOCHOS
Questa offerta al tempio era costituita da una grande basamento sul quale erano posizionate nove statue. L’opera fu donata da un ricco politico della città di Farsala, chiamato Daochos.
Otto delle statue rappresentavano membri della sua famiglia, alcuni dei quali vinsero i giochi delfici in diverse discipline. La prima statua a destra era il dio Apollo, seduto su un omphalos, la pietra simboleggiante l’ombelico del mondo.
Si pensa che la collocazione della composizione scultorea fosse a nord-est del tempio di Apollo e che faceva parte del tesoro della regione della Tessaglia.
AURIGA DI DELFI
L’ultima sala del museo archeologico di Delfi espone questa statua in bronzo che faceva parte di una composizione con una quadriga, che fu offerta al santuario dal tiranno di Gela, in Sicilia.

La scultura, alta 1.80 metri, risale al 475 a.C, e presenta un particolare volto con occhi in pasta vitrea e ciglia e labbra in rame.
L’opera raffigurava la sfilata di un vincitore dei Giochi Pitici di Delfi. La scultura venne probabilmente travolta da una caduta di massi dalle montagne sovrastanti e rimase sepolta per secoli.