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NIKKO COSA FARE ON THE ROAD GIAPPONE

NIKKO COSA fare ON THE ROAD GIAPPONE

La prima destinazione del nostro viaggio on the road in Giappone è Nikko!  Questa cittadina, adagiata in mezzo alle montagne, si trova a nord di Tokyo, ed è famosa soprattutto per i suoi spettacolari templi e santuari nascosti nei fitti boschi, dall’atmosfera misteriosa. Ecco quindi cosa fare a Nikko in una giornata!

HOTEL RYOKAN DI NIKKO

Con la nostra macchinetta, fresca di noleggio, abbiamo cambiato completamente scenario. Lasciata la calda e rovente Tokyo, ci siamo ritrovati nei boschi umidi e ombreggiati di Nikko.

Per prima cosa, grazie al navigatore, siamo arrivati proprio davanti al nostro albergo, il Nikko Tokanso, in stile ryokan, molto caratteristico e tradizionale.

REGOLE NEI RYOKAN GIAPPONESI

Appena entrati, ci siamo subito tolti le scarpe riponendole in uno scaffale, per poi indossare delle ciabatte colorate, alquanto discutibili. Queste pantofole aperte non si differenziano nella forma, sono dritte, senza un destro e un sinistro e sono uguali sia per gli uomini che per le donne, variano solo le misure o i colori.

Nikko ryokan hall con robottino e ciabatte
Nikko ryokan hall con robottino e ciabatte

Si gira in tutto l’albergo con queste ai piedi, e quando si entra in camera si levano nuovamente, perchè il pavimento è rivestito di tatami, delle particolari stuoie con misure fisse.

Nella hall dell’hotel siamo stati accolti da un simpatico robottino parlante che ci correva dietro, mostrandoci sullo schermo incorporato delle informazioni….Ci siamo divertiti molto a prenderlo in giro e a fotografarci in sua compagnia….alla fine è andato anche in tilt.

Fatto il check in ci hanno accompagnati in camera, dove all’esterno, accanto alla porta e a una lanterna, avevano scritto il nostro nome, come a volerla personalizzare.

CAMERA RYOKAN DI NIKKO GIAPPONE

Appena entrati nella stanza ci siamo ritolti le ciabatte e ci siamo guardati intorno meravigliati. Niente a che fare con le camere occidentali dell’hotel di Tokyo…qui eravamo veramente in Giappone!

Nikko ryokan
Nikko ryokan

In mezzo alla stanza c’era solamente un tavolino basso con quattro sedie senza gambe, chiamato chabudai. Un vassoio era appoggiato sopra, contenente un thermos di acqua da scaldare per prepararsi una buona tazza di vero the giapponese, il tutto accompagnato da dolcetti e biscottini.

Ne abbiamo subito approfittatto, prima di rovinare l’atmosfera sparpagliando in giro le nostre cose.  Le pareti erano rivestite da pannelli in legno, con armadi a muro mimetizzati. Su un lato c’era una finestra e su un altro una verandina entrambi si affacciavano su un piccolo giardino ben curato.

Purtroppo il tempo volava e abbiamo dovuto prepararci in fretta per cominciare a scoprire i templi buddisti e santuari shintoisti di Nikko.

NIKKO I TEMPLI E SANTUARI

Nikko è una meta molto gettonata dai visitatori, che arrivano spesso in giornata da Tokyo, data la sua relativa vicinanza, circa 120 km, e la disponibilità di mezzi pubblici molto veloci.

Tuttavia per visitare questa località serve ben più di una giornata, o mezza giornata, come nel nostro caso. I templi chiudono abbastanza presto, verso le quattro o cinque del pomeriggio e non tutti sono aperti ogni giorno.

Per capire la differenza molto brevemente posso dire che quelli buddhisti si chiamano templi o otera, mentre quelli shintoisti sono santuari o jinja, naturalmente le differenze sono molte altre.

TOSHO-GU NIKKO

Usciti dall’hotel abbiamo raggiunto a piedi, percorrendo un sentiero in salita, che si inoltrava nel fitto bosco, il santuario di Toshogu-ji, uno dei santuari shintoisti più importanti di Nikko.

Nikko Tosho-gu santuario il torii
Nikko Tosho-gu santuario il torii

Completamente rapiti dall’atmosfera spirituale del luogo e dalle variopinte e ricche decorazioni dei vari padiglioni, ci sembrava di essere in un’altra epoca.

Pace e silenzio, soprattutto per la poca gente presente. I templi e santuari, infatti, sono molto affollati al mattino, quando aprono. Almeno da questo punto di vista ci abbiamo guadagnato, anche se il tempo a nostra disposizione è stato poco. Ci siamo quindi affrettati perchè erano molte le cose da vedere.

Una delle attrazioni più note “turisticamente” parlando, del Tosho-Gu sono le tre scimmiette intagliate nel legno “non sento-non-parlo-non-vedo”. Qui alla gente piace fotografarsi mimando le posizioni di questi animaletti.

Nikko Tosho-gu santuario le tre scimmiette
Nikko Tosho-gu santuario le tre scimmiette

Proseguendo la visita del santuario shintoista, in mezzo alla foresta di altissimi cedri, circondati da pietre coperte da muschi, siamo giunti al mausoleo di Ieyasu, il fondatore di uno shogunato che governò per due secoli il Giappone. Gli shogun erano dei generali degli eserciti giapponesi di un tempo.

PONTE SHINKYO DI NIKKO

Usciti dal Tosho-gu si era fatto ormai tardi, per cui non abbiamo potuto visitare altri grandi templi, ma quelli minori che erano ancora aperti.

Gironzolando senza meta in mezzo alla foresta, ci siamo rilassati, godendoci il panorama e l’atmosfera incantata del luogo.

Scendendo verso il fiume Daiya, abbiamo ammirato il bellissimo ponte laccato di rosso, il Ponte Sacro. Questa era proprio la classica immagine del Giappone incantato: un bel ponte in mezzo alla natura selvaggia alla luce della sera. Non a caso questa struttura dal 1999 è diventata parte del Patrimonio dell’Umanità.

RISTORANTE NEL COTTAGE OCCIDENTALE

Prima di cominciare la visita ai templi, avevamo addocchiato un ristorante dall’aspetto occidentale, con la muratura esterna in pietra, un po’ retrò, che ci aveva incuriositi.

Nikko ristorante Meiji-no Yakata
Nikko ristorante Meiji-no Yakata

Si tratta del Meiji-no Yakata, una locanda dentro un cottage stile inglese, costruito da un ricco mercante americano alla fine del 1800, che commerciava in grammofoni.

Nikko ristorante Meiji-no Yakata giardino
Nikko ristorante Meiji-no Yakata giardino

Trasformato in ristorante, oggi propone una cucina giapponese con influenze occidentali e devo dire che la nostra esperienza è stata totalmente soddisfacente, sia per il cibo che per l’atmosfera.

FUTON ,YUKATA E ONSEN NEL RYOKAN

Tornati in camera abbiamo trovato i futon pronti per la notte. Un’inserviente, mentre eravamo via, è venuta a prepararci in letti. Ha spostato il tavolo e le sedie in un angolo e in mezzo a srotolato i materassi, che durante la giornata sono ripiegati nell’armadio a muro della stanza.

Camera ryokan con futon sul tatami
Camera ryokan con futon sul tatami

Come coperta c’è un piumone leggero avvolto in un lenzuolo bianco. Abbiamo trovato anche le yukate, le vestaglie con la cintura, tipo kimono, da indossare sia in camera che in giro per l’hotel, magari per recarsi all’onsen, il bagno termale all’interno della struttura.

ONSEN E OFURO DEL KYOKAN DI NIKKO

Non ci siamo fatti scappare l’occasione e immediatamente abbiamo sperimentato l’onsen, questa tradizione giapponese, fatta solitamente prima di cena.

Innanzitutto ci siamo divisi, i maschi sono entrati dalla parte della tenda blu e io da quella con la tenda rossa. Fortunatamente non c’era nessuno, così ce la siamo sbrogliata abbastanza decentemente, un po’ a modo nostro, sebbene ovunque ci fossero cartelli che spiegavano la procedura.

Gli onsen sono articolati in varie stanze e ambieti. Nella prima stanza si lasciano, in una cesta, le yukate e vari oggetti personali che si sono portati dietro. Poi si prosegue in un bagno dove, ci si siede su degli sgabelli di fronte a un muro, ci si lava acuratamente con le doccette di fronte, utilizzando saponi e shampoo messi a disposizione della struttura gratuitamente.

In seguito, si entra completamente nudi nella sala termale vera e propria, è possibile portarsi solo un asciugamano da utilizzare sulla testa, se si vuole, per mantenere la testa al caldo, specialmente negli onsen all’aperto.  Infine non resta che rilassarsi nell’acqua termale che si aggira sui 40 gradi.

Spesso, come in questo caso, la vasca prosegue anche fuori dall’edificio. In tal modo si è un tutt’uno con la natura circostante e si ha modo di ascoltare il silenzio e lo sciabordio di qualche fontana, magari guardando il cielo stellato.

L’insieme di tutti questi rituali di rilassamento, purificazione e di benessere prende proprio il nome di ofuro.

Tornati in stanza, completamente ritemprati e rinvigoriti, ci siamo sistemati per la notte, godendoci il nostro futon dove siamo stati meravigliosamente.

Prima di sperimentarlo ero un po’ scettica, ma mi sono presto ricreduta, sono comododissimi, inoltre è strano guardare la stanza e gli oggetti da quell'”altezza”…

 

continua il viaggio a Yokohama!!

 

comincia il viaggio!!

 

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