CRACOVIA GHETTO EBRAICO COSA VEDERE
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Fin dai tempi di Casimiro III il Grande, Cracovia ha accolto una grande comunità ebraica, che nei secoli ha contribuito ad accrescere il patrimonio culturare cittadino. Con l’occupazione della Polonia, da parte dei nazisti, è cominciato per questo popolo, e non solo, uno dei periodi più bui dell’umanità .
Il ghetto di Cracovia, che durò due anni, ha lasciato per sempre un segno indelebile nell’anima della città , ma è comunque una lezione che non bisogna dimenticare. Conosciamo quindi la storia ebraica di Cracovia e cosa vedere nel quartiere sul quale sorgeva il ghetto.
KAZIMIERZ IL QUARTIERE EBRAICO
Kazimierz è oggi uno dei quartieri di Cracovia, ma nel 14° secolo, quando Casimiro III il Grande lo fondò, gli diede anche lo status di città reale, che godeva di una certa indipendenza.
Nel 1495, tuttavia, il nuovo sovrano decise di espellere gli ebrei da Cracovia, che dovettero stabilirsi proprio a Kazimierz, allora in parte abitata anche da cristiani.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, i nazisti invasero la Polonia segnando per sempre la sorte degli ebrei. In un primo momento vennero, infatti, rinchiusi nel ghetto ebraico, e in seguito deportati nei campi di concentramento.
Kazimierz è oggi una zona molto vivace, con cafè, ristoranti e locali alternativi, gallerie d’arte e negozi di antiquariato. Accanto a sinagoghe e librerie ebraiche specializzate, ci sono edifici un po’ decadenti ma tappezzati di murales colorati. Esistono ancora il nuovo cimitero ebraico e quello vecchio con le tipiche architetture ebraiche.
Steven Spielberg ha ambientato proprio a Kazimierz molte scene del suo pluripremiato film “Schindler’s List”. Con percorsi guidati è possibile, inoltre, ritrovare le location più rappresentative di questa pellicola.
IL GHETTO EBRAICO DI CRACOVIA
In realtà , il vero quartiere dove i nazisti rinchiusero oltre 60.000 ebrei, è Pdgorze, situato a sud della Vistola. Delimitava il ghetto un muro alto tre metri, che era decorato con archi che ricordavano le pietre tombali ebraiche.
Parti della cinta muraria, sono ancora visibili. Sulla via Lwowska al numero 25, ad esempio, si trova una porzione lunga 12 metri, con una placca commemorativa del 1983 molto toccante. Una parte più lunga è in via Limanowskiego 60, accanto a una parco giochi, che contrasta con la storia del luogo.
STORIA DEL GHETTO EBRAICO DI CRACOVIA
Prima della seconda guerra mondiale, un quarto della popolazione di Cracovia era ebraica. Le persecuzioni iniziarono nel settembre del 1939, quando la Germania occupò la Polonia.
In quel periodo, arrivarono a Cracovia ebrei da tutta la nazione, nella speranza di ottenere una maggiore libertà . Nell‘aprile del 1940, i nazisti decisero invece di creare una città senza ebrei, così avviarono i primi rastrellamenti e i confinamenti nel ghetto.
Si impossessarono del quartiere di Podgorze oltre la Vistola, nel quale si trovavano decine di caseggiati, abitati dalla popolazione locale, che per questo motivo dovette traslocare. Ben presto il sovraffollamento era tale, che le condizioni di vita divennero disumane.
Gli ebrei si ritrovarono completamente isolati dal resto del mondo, poichè murarono tutte le finestre rivolte verso l’esterno del ghetto.
Solo quattro erano le entrate al ghetto, e per un periodo di tempo, in mezzo vi passava anche un tram, senza fermarsi, dal quale i viaggiatori gettavano cibo e oggetti dai finestrini.
Con l’arrivo di altra gente, cominciarono le deportazioni, utilizzando carri bestiame. In seguito alla conferenza di Wannsee, nel gennaio del 1942, i nazisti si apprestarono a realizzare la loro “Soluzione finale“.
Nel marzo del 1943, il ghetto si svuotò e i nazisti si affrettarono a cancellare ogni traccia di quello che era successo e del passaggio degli ebrei.
COSA VEDERE NEL GHETTO EBRAICO DI CRACOVIA
Il ghetto di Varsavia rimase in funzione per un paio di anni, ma l’orrore di ciò che è accaduto non è dimenticato. Si possono ancora ritrovare i luoghi simbolo di questa tragedia mondiale, e ripercorrere gli avvenimenti accaduti.
Per raggiungere il quartiere di Podgorze, si oltrepassa il ponte ciclo-pedonale di “Padre Bernatek” riconoscibile dalle statue acrobatiche, attaccate ai tiranti della struttura.
PIAZZA DEGLI EROI DEL GHETTO
Fin dalla sua origine, la Piazza degli Eroi del Ghetto, ha avuto diversi utilizzi, fino ad essere inglobata nel ghetto ebraico. All’inizio questo spazio aperto fu un luogo di “svago” per i prigionieri, anche solo per uscire dai loro affollati alloggiamenti.

In seguito, però, la piazza fu il punto di raccolta degli ebrei, prima di essere deportati nei campi di concentramento, come Auschwitz, e già da qui le famiglie venivano divise per sempre.
Nel 2005 il memoriale agli Eroi del Ghetto, composto da 70 grandi sedie in metallo, distanziate fra loro, simboleggia proprio la partenza e l’assenza.
MONUMENTO ALL’OLOCAUSTO DI PLASZOW
Ogni anno, il 14 marzo, un corteo onora le vittime del ghetto, che parte dalla Piazza degli Eroi del Ghetto per arrivare, dopo tre km, al monumento all’Olocausto di Plaszow.
Questo sito era, infatti, utilizzato per le esecuzioni, dove migliaia di prigionieri polacchi vennero uccisi. Al loro arrivo, i nazisti lo trovarono adatto, grazie alla presenza di una grande fossa ricavata da vecchie fortificazioni austriache esagonali.
Nel 1944, l’esercito russo si ritrovò a riempire ben 17 camion con ceneri umane, che i nazisti tentarono di occultare prima di darsi alla fuga.
Esistono vari memoriali a Plaszow, ma il più grande è quello delle “Persone dai cuori strappati“. Raffigura cinque persone con le teste piegate dal peso di un grande blocco in pietra, e simboleggiano le cinque nazioni dalle quali provenivano le vittime.
FARMACIA DEL GHETTO
Un altro punto focale per la vita nel ghetto di Cracovia la svolse la “Eagle pharmacy“. Tadeusz Pankiwecz, il proprietario, si rifiutò infatti di andarsene dal quartiere, e continuò la sua attività , rischiando anche la vita.
Assieme ai suoi collaboratori, Tadeusz aiutò la comunità ebraica fornendo cibo e medicinali, e falsificò documenti. Sopravvisse al ghetto e divenne un “Giusto fra le Nazioni“. La Farmacia dell’Aquila ospita invece un museo, che espone i mobili originali, strumenti e vecchie fotografie.
FABBRICA DI SCHINDLER
La famosa fabbrica di Schindler, tuttora in parte visibile, produceva stoviglie smaltate, quando fu rilevata da Oskar Schindler. Si trattava di un imprenditore tedesco, inizialmente con idee filo-naziste, che si rese ben presto conto delle atrocità perpetrate agli ebrei.

Il film di Steven Spielberg ha raccontato la sua storia coraggiosa, e ora la vecchia fabbrica costituisce uno dei musei più visitati di Cracovia.
Sono rimasti integri fra l’altro gli uffici amministrativi, i registri con i nomi degli operai, che Oskar Schindler, in parte ha salvato. Il museo si occupa anche della storia di Cracovia durante il periodo nazista e ci sono ricostruzioni dei tunnel, utilizzati dalla resistenza, e degli scantinati nel quali vivevano gli ebrei.
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