GALLERIA DELL’ACCADEMIA COSA VEDERE FIRENZE
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La Galleria dell’Accademia è uno dei musei più importanti di Firenze, con capolavori pittorici e scultorei dei principali artisti rinascimentali, fra cui il meraviglioso David di Michelangelo.
STORIA DELLA GALLERIA DELL’ACCADEMIA DI FIRENZE
La Galleria dell’Accademia fu realizzata dal Granduca Leopoldo di Lorena nel 1784, in quelli che erano l’ex ospedale di San Matteo e il convento di San Niccolò di Cafaggio. Volle promuovere l’Accademia delle Belle Arti nella stessa maniera che fece Cosimo dei Medici nel 1500. Doveva essere, infatti, un luogo in cui gli studenti di belle arti potessero ispirarsi, prendendo ad esempio i capolavori dei grandi maestri del Rinascimento, ma anche un’esposizione di calchi e modelli artistici.
Nell’Ottocento, in seguito alla chiusura di molti conventi e monasteri, voluta da Napoleone, confluirono in questo museo ulteriori dipinti e statue. Si trattava soprattutto di opere a tema religioso, spesso caratterizzate da un luminoso fondo oro.
La Galleria dell’Accademia costituisce uno dei più importanti musei relativi alla pittura rinascimentale fiorentina, del periodo compreso fra il Duecento e la fine del Cinquecento.
VISITA ALLA GALLERIA DELL’ACCADEMIA
Conosciuta anche semplicemente come Accademia, la Galleria si trova nel quartiere di San Marco. L’accesso principale si trova su via Ricasoli e dista pochi isolati dal Duomo di Firenze.

Passandoci accanto, è difficile non notare le lunghe code di visitatori, che attendono di entrare per ammirare i magnifici capolavori artistici, conservati sui due piani di questo museo.
SALA DEL COLOSSO DELL’ACCADEMIA
La prima sala, del percorso museale, che si incontra, è quella denominata del Colosso. Il nome deriva da una riproduzione in gesso, di una parte della scultura dei Dioscuri di Montecavallo. Si tratta del gruppo scultoreo posizionato in mezzo alla fontana di piazza del Quirinale a Roma. Rappresenta i figli di Zeus, Castore e Polluce, e in mezzo si trova anche un obelisco. La copia è rimasta nell”Accademia fino all’inizio del Novecento, per poi essere trasferita nella gipsoteca del Liceo artistico di Porta Romana a Firenze.
In centro alla sala, troneggia, invece, la copia del “Ratto delle Sabine”, di Giambologna, considerato lo scultore ufficiale della famiglia dei Medici. Nonostante il nome italianizzato, si trattava di un artista fiammingo, chiamato Jean de Boulogne. La scultura originale, in questo caso, è posizionata sotto la Loggia dei Lanzi, in piazza della Signoria.
Le pareti della Sala del Colosso, espongono invece dipindi del XV e XVI secolo, fra cui quelli di Paolo Uccello, Sandro Botticelli, Perugino, Ghirlandaio, Filippo Lippi.
SALA DEI PRIGIONI DELL’ACCADEMIA
La Sala dei Prigioni, lunga e stretta, deve il nome alle sculture incompiute di Michelangelo, destinate in origine alla tomba di Giulio II della Rovere, nella Basilica di san Pietro. Il progetto fu interrotto a casua delle spese e dalla mole del lavoro. Il mausoleo. infatti, comprendeva oltre 40 figure, su diversi livelli.

Michelangelo pensò, inizialmente, di riutilizzare i Prigioni per adornare il Mosè della chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, con lo scopo di simboleggiare le anime intrappolate nei corpi. Ancora un volta, però, l’idea non andò a buon fine. Alla morte dell’artista le sculture furono donate alla famiglia dei Medici. Il loro architetto Buontalenti le sistemò, infine, nella Grotta Grande del giardino di Boboli. Con il passare del tempo, i prigioni si deteriorarono, così, nel 1908, li collocarono definitivamente nella Galleria dell’Accademia.
PRIGIONI O SCHIAVI DELL’ACCADEMIA
Inizialmente, dovevano esserci Venti Prigioni, con le fattezze di prigionieri incatenati e appoggiati alla base dei pilastri. Forse il loro scopo era alludere alle province governate dal Papa Giulio II, oppure, semplicemente costituivano un’allegoria di tutte le Arti.
I Prigioni eseguiti non presentano tutti le stesse rifiniture e nemmeno lo stesso stadio di lavorazione, per questo motivo, è possibile intuire la tecnica lavorativa di Michelangelo. Sembrerebbe, infatti, che preferisse cominciare dalla parte frontale dell’opera, per poi proseguire lateralmente.
Nella Galleria dell’Accademia sono posizionati quattro dei sei Prigioni esistenti. I primi due che Michelangelo ha scolpito rappresentano lo Schiavo morente e quello ribelle, e sono praticamente conclusi, ma per vederli bisogna recarsi al Louvre di Parigi.
I Prigioni, quindi, sono chiamati anche Schiavi, proprio perchè appaiono come possenti corpi maschili imprigionati nella roccia. Nella sala dell’Accademia, queste sculture sono collocate in coppia lungo le pareti laterali, e alternati ad altre opere simili.
L’Accademia di Firenze è il museo che conserva il numero maggiore di capolavori di Michelangelo, e qui si ammirano quindi, lo Schiavo giovane, lo Schiavo barbuto, lo Schiavo che si ridesta e l‘Atlante.
SAN MATTEO DI MICHELANGELO ALL’ACCADEMIA
Sempre nella Sala dei Prigioni, si trova il San Matteo, un’altra opera di Michelangelo. Il progetto in questo caso prevedeva di scolpire tutti i 12 apostoli per il Duomo di Firenze. L’artista, però, dovette nuovamente abbandonare la commessa, per recarsi a Roma, e seguire altri incarichi. L’unica statua abbozzatta, quindi, è proprio quella di San Matteo.
PIETA’ DI PALESTRINA ALL’ACCADEMIA
Prima di dedicare tutte le attenzioni al grande David di Michelangelo, non bisogna dimenticare la Pietà di Palestrina. Contrariamente alle altre Pietà di questo artista, il corpo esanime di Gesù Cristo è sorretto sia dalla Madonna che da San Giovanni Evangelista.
Molti sono, però, i dubbi sull’attribuzione di questa scultura proprio a Michelangelo. Alcuni studiosi sostengono che sia opera invece di un suo allievo. Nella parte posteriore, si nota la presenza di decorazioni antecedenti. Questo porta a pensare, che il blocco di marmo fosse già stato utilizzato per altri scopi architettonici.
Prima di entrare a far parte della collezione dell’Accademia, la Pietà decorava la Cappella della famiglia Barberini a Palestrina, una località vicino a Roma.
DAVID DI MICHELANGELO NELL’ACCADEMIA
Probabilmente ciò che spinge maggiormente i visitatori ad recarsi all’Accademia è il desiderio di vedere il David originale di Michelangelo. Quello davanti a Palazzo Vecchio, infatti, è praticamente una copia realizzata nel Novecento.

Il David è una delle statue più famose al mondo, e quando è stato scolpito rappresentava l’ideale della bellezza maschile, diventando il simbolo del Rinascimento e della Repubblica fiorentina.
STORIA DEL DAVID DI MICHELANGELO
La storia di questa scultura inizia nel 1501, quando Michelangelo fu incaricato di realizzare una statua da collocare in un contrafforte all’esterno dell’abisde della cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Il blocco di marmo, proveniente dalle cave di Carrara, presentava, però, delle imperfezioni ed era pieno di fori, che lo portavano a sgretolarsi facilmente. Nonostante tutto, l’artista decise ugualmente di utilizzarlo, e iniziò a scolpirlo nel cortile dell’attuale Museo dell’Opera del Duomo.
L’artista raffigurò David, il giovane pastore giudeo, futuro re d’Israele, in procinto di battersi contro il gigante Golia del popolo filisteo. Secondo la storia, David colpì il gigante con un sasso lanciato dalla sua fionda, e in seguito lo decapitò.
SIMBOLOLOGIA DEL DAVID DI MICHELANGELO
La novità di Michelangelo, consisteva nel rappresentare il David prima dello scontro. Fino ad allora, infatti, le altre statue lo avevano ritratto vittorioso, con la testa del gigante ai suoi piedi. Ne sono un esempio il David di Donatello e del Verrocchio, entrambi in bronzo e custoditi al Museo del Bargello.
David di Michelangelo è, inoltre, molto concentrato e teso emotivamente, con uno sguardo fiero e determinato. Il peso della statua grava sulla gamba destra, e la mano sinistra stringe la fionda, contrariamente la gamba sinistra e il braccio destro sono più rilassati.
DESCRIZIONE DEL DAVID DI MICHELANGELO
Nonostante la precisione anatomica dei muscoli, la testa e le mani appaiono un po’ più grandi rispetto alle proporzioni del corpo, questo perchè la statua avrebbe dovuto essere collocata in alto.
Michelangelo lavorò alla statua per tre anni, terminandola quindi nel 1503. Fu scelto di posizionare la scultura in un luogo diverso da quello prestabilito, in quanto le sue forme si prestavano meglio a rappresentare la repubblica fiorentina, simbolo di lotta e coraggio.
La statua ha un’altezza di 5.16 metri e pesa 5 tonnellate. Quando la trasportarono davanti a Palazzo Vecchio, escogitarono vari sistemi per evitare di danneggiarla, e impiegarono ben quattro giorni per riuscirci.
Il David fu collocato sul piedistallo del Pollaiolo e del Sangallo, l‘8 settembre del 1504, rimanendo per secoli all’aperto.
Nel 1873, agenti atmosferici e atti vandalici hanno portato alla decisione di spostare l’opera nella Tribuna della Galleria dell’Accademia. La rottura del braccio sinistro in tre parti e quella del dito della mano destra, sono solo alcuni degli episodi che si ricordano.
L’illuminazione naturale, grazie a un lucernaio posto sopra la scultura, rende l’opera ancora più impressionante e scenografica. Nonostante tutte le precauzioni di conservazione, ancora nel 1991, un visitatore ruppe intenzionalmente il dito indice del piede sinistro della statua con un martello.

COPIE DEL DAVID DI MICHELANGELO
Il David di Michelangelo si trova in tutto il mondo, ma si tratta, ovviamente di copie. La statua riprodotta più famosa, naturalmente, è quella in piazza della Signoria. La realizzò, nel 1910, Luigi Arrighetti, che risultò vincitore del concorso pubblico appositamente organizzato.
Se ne trova un’altra colossale, sul panoramico Piazzale Michelangelo di Firenze, sulle colline oltre l’Arno. Negli Stati Uniti, sono molto popolari quelle del cimitero di Los Angeles, del casinò Caesar’s Palace di Las Vegas, e dell’Accademia di Belle Arti di Philadelphia.
Non si può dimenticare, naturalmente, il cosiddetto David censurato, del Padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai. In questo caso, però, si tratta di una scultura realizzata con una stampante 3D e ricoperta di polvere di marmo.
GIPSOTECA DELL’ACCADEMIA DI FIRENZE
Ai lati della Tribuna centrale del David, si dipanano le due ali della gipsoteca della Galleria.
Si tratta di una serie di busti e figure intere, che Lorenzo Bartolini, un professore dell’Accademia, realizzò per artisti toscani e ricchi aristocratici, ma non solo fiorentini. Su questi modelli in creta collocava, quindi dei chiodi, di cui si vedono ancora i fori, che servivano come riferimento, per scolpire le opere marmoree.

Ammirando questi modelli, si ha modo di scoprire l’abbigliamento e le acconciature dell’epoca, che si rifacevano spesso a quelle classiche.
Uno dei dipinti alle pareti della Gipsoteca, raffigura proprio queste sale, quando erano occupate dalle corsie del reparto femminile dell’ospedale di San Matteo.
STRUMENTI MUSICALI ANTICHI DELL’ACCADEMIA
La sezione dedicata agli strumenti musicali vanta diversi pezzi rari, un tempo appartenuti ai Medici, ai Lorena e ai Granduchi di Toscana. Si possono ammirare fra l’altro la viola e il violoncello di Antonio Stradivari e anche un violino Stradivari del 1716.
ALTRE SALE DELL’ACCADEMIA
La galleria espone inoltre collezioni di icone bizantine, di dipinti del tardo Trecento e del gotico fiorentino. Sono esposte opere di importanti artisti dell’epoca, come Giovanni del Biondo, Lorenzo Bicci, Marioto di Nardo, e degli Orcagna.

Assieme alla Galleria degli Uffizi, l’Accademia è sicuramente uno dei musei fiorentini più gettonati e amati dai visitatori….e trovarsi al cospetto di molti capolavori rinascimentali è una grande emozione…
Cupola di Brunelleschi a Firenze!!
Giardino di Boboli a Firenze!!
Basilica di Santa Croce il Pantheon di Firenze!!
Palazzo Pitti la reggia dei Medici!!
Palazzo della Signoria a Firenze!!
Galleria degli Uffizi di Firenze!!
Santa Maria Novella a Firenze!!
Napoli cosa vedere in tre giorni!!
Roma a piedi cosa dove andare!!
Orvieto e il pozzo di San Patrizio!!