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GIARDINO DI BOBOLI COSA VEDERE FIRENZE

GIARDINO DI BOBOLI COSA VEDERE A FIRENZE

Il giardino di Boboli è il bellissimo parco all’italiana di Palazzo Pitti, ed è anche uno dei giardini più eleganti e grandi d’Italia. Scopriamo la storia di questo parco rinascimentale, considerato Patrimonio dell’Umanità. Avventuriamoci, quindi, in una spettacolare passeggiata in mezzo ai suoi viali, costellati di fontane, grotte, monumenti e splendidi scenari.

Mappa del parco di Boboli
Mappa del parco di Boboli

STORIA DEL GIARDINO DI BOBOLI

Il grande parco di Boboli è posizionato oltre l’Arno, e si raggiunge dal centro storico di Firenze, percorrendo il Ponte Vecchio. Si tratta del grandioso parco di Palazzo Pitti, che si è sviluppato sulla collina, fino a lambire il Forte Belvedere.

L’origine del suo nome è molto controversa. Alcuni sostengono derivi dal quello della famiglia Borgolo, che qui aveva i suoi orti. Nel 1418, però, il casato dei Pitti acquistò la proprietà, per erigere il grandioso Palazzo Pitti, abitato in seguito dai Medici, dai Lorena e anche dai Savoia. Il lavori per realizzare questo capolavoro durarono oltre quattro secoli, e tuttora continuano per mantenere la sua bellezza.

VISITA AL GIARDINO DI BOBOLI

Gli accessi al giardino di Boboli sono diversi. Oltre all‘ingresso principale, dal cortile di Palazzo Pitti, ci sono quello nel piazzale di Porta Romana, uno in prossimità della Palazzina di Annalena e, infine, uno sul lato del Forte Belvedere.

La descrizione del parco inizia dall’ingresso di Palazzo Pitti, e precisamente dal Cortile dell’Ammannati. Prosegue verso all’anfiteatro, sale sulla collina e percorre il Viottolone fino alla Vasca dell’Isola. La seconda parte, invece, esplora l’area verso il Forte del Belvedere, e termina con la Grotta del Buontalenti, dove si trova l’uscita.

 GROTTA DI MOSE’ AL BOBOLI

Nel giardino di Boboli, esistono molte grotte artificiali, che sono state create per regalare alla corte angoli suggestivi e inaspettati. La grotta del Mosè è posta di fronte al cortile interno di Palazzo Pitti. Ma ciò che la rende particolare è la terrazza che la sormonta, sulla quale si trova la Fontana del Carciofo.

 

Grotta del Mosè al Boboli
Grotta del Mosè al Boboli

La grotta prende il nome dalla statua in porfido rosso del Mosè, incassata in una nicchia, e separata dalla vasca ovale da una ringhiera. Molto buffi sono tre piccoli putti, che sguazzano e bisticciano in nella fontana con il getto d’acqua centrale.

Attorno alla grotta si notano anche colonne e altre quattro nicchie con le sculture delle virtù. Un pergolato con il cielo azzuro e l’allegoria della Fama decora, infine, la volta della grotta.

FONTANA DEL CARCIOFO

Oltrepassato il passaggio del cortile, una stradina in salita costeggia un giardinetto composto da siepi in posso e fiori colorati. Seguendo ancora la strada, si arriva quasi al livello della fontana del carciofo, situata sul tetto della grotta del Mosè. Quando è stata ideata, la fontana aveva lo scopo di essere ben visibile dal piano nobile di Palazzo Pitti, inoltre non è accessibile dal pubblico, proprio perchè isolata sull’edificio.

Giardino fiorito al Boboli di Firenze
Giardino fiorito al Boboli di Firenze

La fontana del Carciofo è così chiamata, perchè in passato sulla punta si trovava un giglio in bronzo, che ricordava proprio questo ortaggio. La volle il granduca Ferdinando I, nel 1642, e il suo architetto utilizzò elementi architettonici già presenti nel parco.

Questa opera è adagiata su un insieme di scalini, e ha una forma ottagonale. Sculture di tritoni e nereidi sostengono le due vasche dalle quali zampilla l’acqua. 12 amorini con archi e frecce sono disposti sul bordo della fontana, e ulteriori vasche a forma di conchiglia, con vari decori, si dispongono poi su tre lati. Il cartiglio marmoreo ricorda, inoltre, l’arrivo dell’acqua Ferdinanda nel parco di Boboli.

Fontana del Carciofo di Palazzo Pitti
Fontana del Carciofo di Palazzo Pitti

Prima di questa fontana, tuttavia, esisteva già un’altra fontana. Si trattava di quella di Giunone, disegnata da Bartolomeo Ammannati, su incarico di Cosimo I nel 1555. Celebrava proprio l’arrivo del primo acquedotto a Firenze, anche se in origine, avrebbe dovuto essere destinata al salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.

Quandofu rimpiazzata con la Fontana del Carciofo, molte parti architettoniche furono sistemate nel parco. Attualmente, sono conservate al Museo nazionale del Bargello.

ANFITEATRO DEL GIARDINO DI BOBOLI

Ammirando il giardino verso la collina, ci si trova davanti al cosiddetto anfiteatro, posizionato esattamente in corrispondenza della facciata posteriore di Palazzo Pitti. Proprio dalla collina di Boboli, furono estratte le pietre che servirono alla costruzione di Palazzo Pitti, ma in epoca medievale, le usarono addirittura per lastricare le strade di Firenze.

Anfiteatro al parco di Boboli Firenze
Anfiteatro al parco di Boboli Firenze

Vista la lunga storia del giardino di Boboli, molti furono anche gli architetti e gli scultori che si avvicendarono nella sua progettazione, ognuno con il proprio stile e gusto. Fra i principali si ricordano Niccolò Tribolo, Bartolomeo Ammannati, Bernardo Buontalenti, e anche il grande Giorgio Vasari.

Al momento della sua costruzione, verso 1550, si trattava praticamente di un anfiteatro di verzura. C’erano quindi vari terrazzamenti con alberi e piante da frutto. A un’epoca successiva si devono le mura e le gradinate, abbellite con nicchie, statue classiche e vasi in pietra, edicole a forma di tempietto. In quel tempo l’anfiteatro era il luogo di festeggiamenti, come quello dell’incoronazione Vittoria della Rovere, moglie di Ferdinando II. Si tenevano anche rappresentazioni teatrali e spettacoli con i cavalli.

Palazzo Pitti colonna egizia nell'anfiteatro
Palazzo Pitti colonna egizia nell’anfiteatro

L’arrivo dei Lorena, portò ad altri cambiamenti, e la platea venne demolita per far posto ai grandi prati, ancora visibili. L’alto obelisco egizio, di oltre sei metri, in granito rosa, posto al centro, risale all’epoca di Ramsete II, del XIII secolo a.C. In origine, decorava la villa dei Medici di Roma, mentre ora al suo posto si trova una copia. Anche la vicina vasca in granito grigio è molto antica, ma è stata collocata nel parco solamente nel 1840.

GHIACCIAIE DI BOBOLI

Passeggiando sui vialetti in salita, verso la fontana del Nettuno, è possibile immergersi, in vari punti,  anche nei sentieri laterali, che conducono in mezzo alla fresca vegetazione. Girando verso destra, è facile incappare nelle due particolari ghiacciaie del parco di Boboli.

Si tratta di strutture cilindriche, realizzate nel 1600, su esistenti manufatti, e sono una più grande dell’altra. Questi erano praticamente i “frigoriferi” dell’epoca, e servivano a conservare cibi e bevande al fresco, per tutto l’anno, specialmente in estate. Una delle mode di allora era bere fra l’altro una specie di sorbetto, da qui la necessità di avere a disposizione il ghiaccio.

Le ghiacciaie si componevano di una camera superiore, nella quale era sistemato il ghiaccio ricavato dai corsi d’acqua invernali, che poi era ricoperto di paglia, per mantenerlo più a lungo possibile. Quando cominciava a sciogliersi, l’acqua, che aveva comunque una bassa temperatura di circa cinque gradi, raggiungeva la camera inferiore, tramite scanalature murarie.

Nicchie laterali conservavano gli alimenti e le bevande, ed erano in contatto con le vasche, che raccoglievano questa acqua gelata. Superato un certo livello, l’acqua scorreva verso Palazzo Pitti per essere utilizzata sia come acqua potabile che per refrigerare ambienti, specialmente in estate.

L’utilizzo delle ghiacciaie durò fino all’Ottocento, quando poi vennero convertite in serbatoi di acqua, poichè i metodi di conservarzione e refrigerazione, nel frattempo, erano cambiati.

PRATO DEI CASTAGNI

Continuando la passeggiata in salita, si raggiunge il Prato dei castagni, un luogo molto comodo dove rilassarsi e riprendere le forze. Una bella vista si scorge dalla “terrazza panoramica” che si affaccia verso Palazzo Pitti, la Palazzina della Meridiana e la bianca scultura marmorea di Pegaso. Adagiata alla fine di un prato inclinato, rappresenta oggi il simbolo della Regione Toscana.

Prato dei castagni di Palazzo Pitti
Prato dei castagni di Palazzo Pitti

TINDARO DI IGOR MITORAJ A BOBOLI

Una delle sculture moderne visibili nel giardino di Boboli è il “Tindaro screpolato” di Igor Mitoraj. Questo artista polacco, vissuto molti anni anche in Italia, ha donato a Firenze questa sua scultura in bronzo, in occasione della sua mostra del 1998.

Tindaro Screpolato di Igor Mitoraj al Boboli
Tindaro Screpolato di Igor Mitoraj al Boboli

Rappresenta Tindaro, il re di Sparta, un personaggio mitologico, raccontato da Omero nell‘Iliade. Lo scultore, infatti, era solito ispirarsi al mondo classico, per le sue teste eroiche, volti e busti simboli della bellezza perfetta.

VIOTTOLONE DEL GIARDINO DI BOBOLI

Il Viottolone costituisce l’asse secondario del giardino di Boboli, che si allunga verso Porta Romana. Realizzato fra il Seicento e Settecento, lo affiancano cipressi, e vi si intersecano altri viali, come quello dei platani, che si diramano su entrambi i lati, in mezzo a boschetti di lecci.

Il viale dei Cipressi, come è anche noto, presenta una forte pendenza e termina con la decorazione pavimentale della Rosa dei Venti, fatta di ciottoli colorati. Molte sono le sculture marmoree presenti, alcune di queste simboleggiano anche i passatempi popolari, come quello dei giocatori della pentolaccia.

CERCHIATE E RAGNAIE

I viali che lo intersecano prendono il nome di Cerchiate grandi e piccole, caratterizzati da volte coperte di di un fitto intreccio di rami degli alberi, tanto da sembrare delle gallerie vegetali.

Ragnaie del parco di Boboli
Ragnaie del parco di Boboli

Molto particolari sono anche le Ragnaie, lunghi viali di siepi alte e compatte, utilizzate in passato per catturare uccelli. Oggi non sono altro che luoghi tranquilli dove sedersi al fresco sui sedili in pietra e godersi il silenzio e il fresco.

Giardino di Boboli cerchiata
Giardino di Boboli cerchiata

In passato, invece, questa parte del parco aveva una funzione agricola e venatoria. Questi terreni costituivano, infatti, gli orti e la zona di caccia della corte fiorentina. Le cerchiate costituivano in inverno, un luogo dove conservare le piante più delicate.

Nella parte a destra del viottolone si trovano  il Cantiere della Sughera e il Giardino di botanica superiore. Il primo costituisce ora un vivaio di piante, ma in passato era abitato dai giardinieri.

GIARDINO DI BOTANICA SUPERIORE AL BOBOLI

Oltrepassato un cancello, si accede al Giardino di Botanica Superiore, che in passato fungeva da orto, ma erano conservate anche specie rare ed esotiche, come l’ananas. Disposto su vari livelli, in questo parco si  può ammirare anche la vasca delle ninfee suddivisa in varie celle.

Ninfee al Giardino di Boboli
Ninfee al Giardino di Boboli

PALAZZINA DELLA MERIDIANA

Dirigendosi verso il Viale della Meridiana, accanto a Palazzo Pitti, si trova la Palazzina della Meridiana, con forme neoclassiche. La volle il Granduca Pietro Lepoldo, ma fu abitata anche dai Lorena e dai Savoia.

Palazzina della Meridiana al Boboli
Palazzina della Meridiana al Boboli

Oggi ospita il Museo della moda e del Costume. Prende il nome dalla meridiana con l’annessa camera oscura del 1696. Sulla volta della sala, in mezzo all’affresco dell’allegoria del Tempo, si trova il foro gnomonico. Di fronte alla palazzina si trovano la statua di Pegaso, vista dal Prato dei castagni e un’altra vasca in pietra molto antica.

GROTTA DI ANNALENA O DI ADAMO E EVA

Successivamente si incontra un cortile dove è esposta una collezione di piante di agrumi, sistemate in bellissimi vasi in cotto. La stradina in discesa conduce a un altro varco del Parco di Boboli, quello che si affaccia su via Romana.

Scultura di Adamo e Eva al giardino di Boboli
Scultura di Adamo e Eva al giardino di Boboli

Proprio di fronte allo slargo, utilizzato un tempo dalle carrozze, si trova la Grotta di Adamo e Eva, o dell’Annalena, dal nome del convento che era presente qui in passato. La grotta è preceduta da due possenti colonne doriche. I muri interni sono rivestiti di finte concrezioni spugnose, in mezzo alle quali  spiccano tre  mascheroni. Il centro della scena è del gruppo scultoreo di Adamo e Eva, posti su un piedistallo in mezzo alla vasca.

LIMONAIA DI BOBOLI

La bella cancellata annuncia gli eleganti edifici della limonaia. In origine era chiamato serraglio degli animali, poichè qui erano custoditi gli animali utilizzati per la cucina, ma anche per la caccia o per quelli considerati esotici.

Limonaia del parco di Boboli
Limonaia del parco di Boboli

Successivamente, i Medici, durante il periodo invernale, vi sistemarono le loro grandi collezioni di agrumi, che adornavano invece il Giardino dell’Isola. Le facciate degli edifici della limonaia di colore verde Lorena, presentano tre portali sormontati da cartigli e festoni. Queste strutture sono ancora riscaldate e utilizzate per il ricovero degli agrumi.

Bellissimo è anche il giardino anteriore suddiviso in aiuole geometriche colorate.

Andando avanti, si incontra la Fontana della Vendemmia, che raffigura un uomo con un secchio sulle spalle, che versa il contenuto in un tino, con un fanciullo accanto.

 

VASCA DELL’ISOLA DI BOBOLI

La bellissima Vasca dell’Isola, in fondo al Viottolone, ha preso il posto del Bagno di Venere, i cui elementi architettonici sono andati a decorare altre fontane, come quella del Carciofo.

Si tratta di un’enorme struttura ovale circondata da alberi di leccio, in mezzo ai quali spiccano 16 statue in marmo e pietra relativi a personaggi mitologici e campestri. Coppie di leoni sorvegliano inoltre i viali che si diramano.

Vasca dell'isola del parco di Boboli
Vasca dell’isola del parco di Boboli

Ai lati, due passerelle collegano l’isolotto alla terraferma, sebbene cancelli in ferro accompagnati da due coppie di colonne, sovrastate da statue di capricorni, simboli dei Medici, bloccano l’accesso al pubblico.

FONTANA DI OCEANO

In un primo tempo, il giardino dell’Isola era decorato semplicemente con fiori e piante di agrumi, tuttora presenti lungo la balaustra in pietra. In seguito, venne aggiunta la statua di Oceano, o altrimenti detta di Nettuno. Questa statua fu collocata dapprima in mezzo all’anfiteatro, ma non si dimostrò adatta al luogo, visto che vi si svolgevano tornei e rappresentazioni teatrali.

Fontana di Oceano al Boboli di Firenze
Fontana di Oceano al Boboli di Firenze

Oceano, scolpito da Giambologna, è raffigurato circondato dalle divinità dei fiumi, Nilo, Gange e Eufrate. Il bassorilievi del basamento, invece, mostrano scene del Ratto d’Europa, il Trionfo di Nettuno e il Bagno di Diana.

La statua di Oceano qui esposta è però una copia del 1911, in quanto l’originale è conservata al Museo del Bargello.

Emergono dalle acque della grande vasca, anche Perseo a cavallo di Pegaso e Andromeda, incatenata nella roccia.

Completano la scenografia, accanto alla ringhiera della grande vasca, fontane a forma di conchiglia con arpie e animali marini.

PRATO DELLE COLONNE

Proseguendo ancora sul viale che conduce a Porta Romana, si costeggiano boschetti fino ad arrivare al Prato delle Colonne. Delimitano il grande emiciclo verde platani altissimi, statue e busti in pietra. Il prato prende il nome dalle due colonne in granito rosso, che culminano con due vasi in marmo bianchi.

Prato delle colonne al Boboli di Firenze
Prato delle colonne al Boboli di Firenze

Arrivati al varco del giardino, ci si ritrova in una rotonda con alte siepi perfettamente potate e statue in pietra. Molto particolare è la fontana della Botticella, tipica scultura dal tema popolare. Raffigura, infatti, un villano nell’atto di versare il vino da una botte. In origine, l’acqua cadeva in una vasca ricavata da un antico sarcofago romano. L’opera esposta è però una copia.

Sentieri stretti in mezzo a alte siepi potate riportano alla Vasca dell’isola, da dove si propagano nuovamene altri percorsi nella fitta boscaglia.

Boschetto nel parco di Boboli
Boschetto nel parco di Boboli

FONTANA DEI MOSTACCINI

Numerosi sono i percorsi che si possono intraprendere per tornare verso la collina del parco. Nella boscaglia che fiancheggia il Viottolone, si attraversano, ad esempio, splendidi scenari naturali, dove è facile dimenticarsi per un momento di trovarsi un parco rinascimentale cittadino.

Antiche mura di Firenze e fontana dei Mostaccini
Antiche mura di Firenze e fontana dei Mostaccini

Il giardino di Boboli è delimitato, su un lato, dalle antiche mura cittadine. La ripida stradina conduce anche alla curiosa Fontana dei Mostaccini.  Composta da 16 scalini e da mascheroni baffuti, che hanno dato il nome all’opera è molto suggestiva.

Non bisogna dimenticare, però, che questo era un rudimentale metodo di cattura di uccelli e piccola fauna, che qui venivano attirati in inganno, ignari delle reti posizionate attorno. A poca distanza si trova anche il busto di Giove, realizzata dal Giambologna.

LABIRINTI DEL GIARDINO DI BOBOLI

Nel 1600, il bosco laterale al Viottololone, in direzione delle antiche mura cittadine, erano presenti ben tre labirinti, che si distinguevano fra inferiore, intermedio e superiore. Nel corso del tempo, furono apportate varie modifiche, che ne decretarono la loro scomparsa. Si ricorda ora, solo il Labirinto Superiore o “vecchio”, grazie alla presenza della Fontana degli Uccellini.

Il motivo principale per cui vennero abbandonati a loro stessi ed diventare boscaglia, si deve alla realizzazione del viale carrozzabile, che doveva collegare l’area dell’Isola al Giardino del Cavaliere.

In origine, il Labirinto superiore aveva una forma a ellisse, e lo componevano viali di lecci, che si restringevano man mano che si avvicinavano al centro. Nel punto in cui si trovava il Prato della Danza, è ora segnalato dalla Fontana degli Uccellini, circondata da panchine.

La fontana è composta da elementi assemblati di altre opere architettoniche e anche di epoche differenti. Passeggiare in mezzo a questi boschi con alberi antichi, dai tronchi possenti e contorti regala meravigliose sensazioni.

 

GIARDINO DEL CAVALIERE DI BOBOLI

Giunti nuovamente sulla collina principale, una doppia scalinata, detta a tenaglia, conduce al bastione dei Cavalieri, che un tempo faceva parte delle fortificazioni fiorentine.

PALAZZINA DEL CAVALIERE E MUSEO DELLA PORCELLANA

La Palazzina è costruita su una vasca, che precedentemente, riforniva il parco di acqua. Il suo nome deriva dall’edificio originale utilizzato dal cavaliere Malatesta Baglioni. In seguito a rimaneggiamenti, anche il cardinale Leopoldo dei Medici e i Lorena, ne usufruirono.  Questi ultimi erano soliti, infatti, organizzare feste e balli estivi.

Giardino del Cavaliere a Firenze
Giardino del Cavaliere a Firenze

L’edificio in stile neoclassico, si presenta con una facciata a tinte pastello e decori geometrici, mentre vasi e statue in terracotta decorano il tetto. Attualmente, questa è la sede del Museo della Porcellana, dove sono esposte collezioni di ceramiche di Sevres, Ginori e Meissen.

FONTANA DELLE SCIMMIE DI BOBOLI

Il suggestivo giardino posto davanti, si compone di aiuole bordate di bosso, con al centro la Fontana delle Scimmie. Realizzata con vari elementi architettonici derivanti da altre costruzioni del Parco di Boboli, la fontana prende il nome dalle tre scimmiette in bronzo, situate alla base della vasca.

Fontana delle scimmie a Firenze
Fontana delle scimmie a Firenze

In origine se ne contavano cinque, ma una scimmietta con il suo cucciolo si trova ora al Metropolitan Museum di New York. Le commissionarono i duchi di Urbino, e in seguito al matrimonio di Vittoria della Rovere con Ferdinando II dei Medici, arrivarono a Firenze.

Il Putto pescatore in marmo bianco, completa la fontana, ma quello esposto è una copia, come del resto lo sono tutti gli altri elementi.

Probabilmente, il motivo per cui i visitatori arrivano a frotte in questo luogo, è il meraviglioso panorama, che abbraccia tutte le colline circostanti. Caratterizzate da uliveti, boschi, rocche e chiese, come la chiesa di San Miniato visibile in lontananza, sono uno spettacolo incredibile.

STATUA ABBONDANZA DI BOBOLI

L’asse pricipale del parco culmina con la statua dell’Abbondanza, che è ritratta con un fascio di spighe dorate e una cornucopia. Da questo punto si ha modo di ammirare la splendida vista dalla collina fino a Palazzo Pitti.

Statua della dea dell'Abbondanza a Firenze
Statua della dea dell’Abbondanza a Firenze

La statua, realizzata da un allievo del Giambologna, era stata inizialmente dedicata alla moglie di Francesco I, Giovanna d’Austria, scomparsa prematuramente. In seguito a varie vicissitudini, però, cambiò nome rappresentando invece la fase di abbondanza che stava attraversando il Granducato di Toscana nel 1600 sotto il casato dei Medici.

VASCA DI NETTUNO

Scendendo lungo i sentieri sui vari terrazzamenti ci si ritrova davanti alla Vasca del Nettuno. Questa è posizionata esattamente sul luogo in cui, un tempo, confluiva l’acqua necessaria a irrigare i giardini e anche dove si allevavano i pesci.

Fontana di Nettuno al Boboli
Fontana di Nettuno al Boboli

Il dio Nettuno è qui rappresentato in mezzo alla fontana, circondato da naiadi e tritoni. Per la forma del suo tridente, è soprannominata la “fontana del forcone” o “della forchetta”.

KAFFEEHAUS

La visita al giardino di Boboli, si concentra ora nella parte verso il Forte Belvedere. Percorrendo ancora viottoli e stradine in mezzo a siepi ben potate e prati curati, si giunge alla Kaffeehaus. Si tratta di un padiglione circolare in stile rococò, voluto da Pietro Leopoldo nel 1776.

Chiamato Casino di Delizia, era un luogo di sosta molto amato dalla corte, durante le passeggiate, che si fermava per degustare la cioccolata, e non il caffè, come si potrebbe pensare.

Kaffeehaus di Firenze
Kaffeehaus di Firenze

Per le sue forme esotiche, vista la presenza di una cupola a cipolla, era soprannominato “Padiglione alla Chinese”. Esternamente è dipinto del colore verde chiaro dei Lorena, ma in passato è stato anche rosso pompeiano

All’interno presenta invece una volta affrescata a voliera, mentre sulle pareti si vedono scorci paesaggistici, e figure a monocromo. L’edificio si dispone su tre piani, in quello inferiore si trovavano le cucine, in quello intermedio si trova la Grande Stanza, fiancheggiata da salottini appartati. Infine, il belvedere superiore con la cupola in rame, sulla quale gira la banderuola segnavento.

GIARDINO DI GANIMEDE AL BOBOLI

Scese le due scalinate simmetriche della Kaffeehaus, in mezzo alle quali si nota anche una piccola grotta artificiale, ci si ritrova nel Giardino di Ganimede.

I fianchi di questa area verde presentano terrazzamenti di vigne e alberi da frutto. In posizione centrale, una vasca ovale è adornata con la Fontana di Ganimede.

Giardino di Ganimede con fontana a Firenze
Giardino di Ganimede con fontana a Firenze

Il gruppo scultoreo in marmo bianco rappresenta la leggenda mitologica secondo la quale Giove, si trasformò in aquila, allo scopo di rapire Ganimede, del quale era innamorato. Dalle alture di questo giardino si gode anche di una splendida vista su Firenze, dove spiccano la cupola di Brunelleschi e la torre di Giotto.

ORTO DI GIOVE E FONTANA

Seguendo il Viale della Meridiana, si arriva al giardino o Orto di Giove, nel quale si vede la divinità in posizione seduta. In origine, la scultura rappresentava Dio Padre ed era destinata al duomo di Santa Maria del Fiore.

Successivamente, l’opera si trasformò in Giove, aggiungendo saette nelle mani e un’aquila nera, che però non esiste più. In passato, una tubatura incastonata nella statua, permetteva lo scorrere dell’acqua, che defluiva poi in una vasca sottostante. Il giardino circostante, chiuso al pubblico con una bassa ringhiera, si compone di siepi geometriche in bosso e roseti.

GROTTICINA DELLA MADAMA A BOBOLI

Uno sentiero laterale conduce, poi, alla Grotticina della Madama, così chiamata perchè destinata alle granduchesse medicee, che avevano proprio questo appellativo. Fu Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I, a volere questo antro artificiale, posto accanto alle mura del convento di San Giorgio, nel quale si coltivavano frutti nani.

La facciata esterna ha una decorazione con finta roccia, e l’ingresso, sormontato da un timpano, è molto piccolo, ed è delimitato da un riquadro in marmo bianco, che contrasta con gli altri elementi.

La pavimentazione interna si presenta con figure geometriche in marmo bianco e cotto rosso. La volta è, invece, a botte, con nicchie e lacunari delimitati da riproduzioni di rocce spugnose e pitture a grottesca e mitologiche.

Riquadri e nicchie ricoprono anche le pareti laterali, mentre quella di fondo è completamente rivestita di finte stalattiti, in mezzo alle quali emergono sculture di capre, putti con delfini e una testa di ariete.

SIMBOLO ZODIACALE DEL CAPRICORNO PER I MEDICI

Cosimo I amava utilizzare il segno zodiacale del Capricorno, simbolo di lentezza e caparbietà, virtù necessarie per ottenere prestigio e ambite posizioni sociali. Egli si paragonava così ai grandi potenti del passato, come Cesare Augusto e Carlo V, che erano nati sotto questa costellazione.

Lui in realtà era nato in giugno, sotto il segno dei gemelli, ma adottò quello del Capricorno, poichè coincideva alla data del suo insediamento alla carica di duca di Firenze.

Nella grotta della Madama, si trova, infine, una vasca ovale con zampe leonine, sebbene si tratta di una copia. Durante l’Ottocento, questo ambiente cadde in stato di abbandono, per diventare addirittura un deposito di mobili, fino alla sua riscoperta e valorizzazione avvenuta nel corso del Novecento.

STATUE DEI DACI AL BOBOLI

Al termine del viale della Meridiana, vicino a Palazzo Pitti, sono collocate due particolari sculture su piedistalli. Si tratta di statue di prigionieri daci, del II secolo d.C.  realizzate in porfido rosso egiziano. Nel parco di Boboli, esistono oltre 250 statue, e quasi metà di esse sono di epoca romana. Furono, trasferite qui, soprattutto nel corso del 1700, su volere del granduca Leopoldo di Lorena. In precedenza costituivano la collezione d’arte della villa Medici di Roma.

Statua dei daci al Boboli
Statua dei daci al Boboli

Prima ancora, però, queste due statue abbellivano il Foro di Traiano. I due piedistalli sui quali si trovano, presentano, invece, fregi in marmo, che rivestivano un arco di trionfo romano, eretto in ricordo delle vittorie contro i popoli germani e orientali.

 

GROTTA GRANDE O DEL BUONTALENTI AL BOBOLI

Una delle grotte più note del giardino di Boboli è la Grotta Grande o del Buontalenti, che era l’allievo di Giorgio Vasari. E’ posizionata proprio accanto all’uscita del Corridoio Vasariano, che comunque continua al piano superiore fino a Palazzo Pitti. L’architettura della grotta è variegata, anche perchè vi hanno collaborato molti artisti, in epoche diverse.

Grotta Grande del giardino di Boboli
Grotta Grande del giardino di Boboli

Prima della grotta, in questo luogo si trovava un vivaio, nel quale confluiva l’acqua della fonte Ginevra, che costituiva la scorta di acqua di Palazzo Pitti.

FACCIATA DELLA GROTTA DEL BUONTALENTI

Scendendo gli scalini a destra, dopo le statue dei Daci, si apre una bella prospettiva sulla Grotta del Buontalenti. Man mano che ci si avvicina, si costeggia anche un muro rivestito di agrumi rampicanti, sul quale corre il Corridoio Vasariano.

Grotta del Buontalenti facciata
Grotta del Buontalenti facciata

La facciata della grotta è divisia su due livelli. Nella parte inferiore, dalle linee classiche, spiccano le due colonne cilindriche in pietra rossa, che sono sormontate da un architrave. Le nicchie laterali, invece, ospitano due statue di divinità.

In una di esse, si trova la scultura di Cerere, la dea della terra e del raccolto, ritratta in questo caso con un serpente. In origine, però, doveva rappresentare Eva, ed era destinata al Duomo di Santa Maria del Fiore. L’altra statua, invece, è quella di Apollo, le cui forme ricordano il David di Michelangelo.

Il secondo livello della facciata, contrasta con i suoi rivestimenti di finte concrezioni calcaree, in mezzo ai quali trovano posto anche lo stemma mediceo, le allegorie della Pace e della Giustizia, mosaici e festoni. Sono presenti anche due dei simboli molto amati da Cosimo I dei Medici, il capricorno e la tartaruga.   .

CAMERE DELLA GROTTA DEL BUONTALENTI

La grotta Grande si compone di tre camere, poste una davanti all’altra. Le decorazioni si rifanno a simbologie relative a un percorso iniziatico, voluto principalmente da Francesco I dei Medici, che era un appassionato di Alchimia. Secondo la sua idea, gli ambienti artificiali ricreati, rappresentavano il cammino dell’uomo verso la conoscenza e la verità dell’Universo.

PRIMA CAMERA DELLA GROTTA

La camera principale, di forma quadrata, è la più grande. La abbelliscono concrezioni calcaree, stalattiti, rocce spugnose, che richiamano una natura ancestrale. In mezzo, companiono, inoltre, forme umane e di animali. Si notano, quindi, pastori e capre, realizzati con l’impiego di pietre diverse.

Grotta del Buontalenti al Boboli interno
Grotta del Buontalenti al Boboli interno

La volta, decorata con un graticcio in mezzo al quale si trova l’oculo. In passato, era posta una vasca in vetro, nella quale nuotavano i pesci, che con il loro movimento creavano giochi di luce e riflessi.

Incassati nella decorazione degli angoli, ci sono i calchi dei Prigioni di Michelangelo. Le sculture originali, ora conservate alla Galleria dell’Accademia di Firenze, vennero collocate nella grotta nel 1585, quando il nipote dell’artista le donò ai Medici. A causa del loro deterioramento, vennero spostate e quelli che si vedono risalgono al 1909.

SECONDA CAMERA DELLA GROTTA

La seconda camera, posta in mezzo, è la più piccola ed ha un aspetto più classicheggiante. Rimangono le decorazioni spugnose, ma prevalgono affreschi sia sulla volta che alle pareti, dove si notano fra l’altro quelli relativi alla dea Giunone e a Minerva. Occupa la scena la bella scultura di Paride che rapisce Elena.

TERZA CAMERA DELLA GROTTA

Nella terza camera, prevalgono gli affreschi che rappresentano graticci sia alle pareti che sulla volta. Nelle nicchie sono presenti i Monti di cristallo, opere realizzate con diversi tipi di pietre, coralli e conchiglie. Al centro della sala, la vasca in marmo bianco e verde, sulla quale è posta la statua di Venere, realizzata dal Giambologna. Quattro satiri, appesi alla vasca, circondano la dea, intenti a spruzzarle l’acqua.

Le grotte artificiali costituivano un classico elemento dei giardini rinascimentali e anche dei secoli successivi. Il loro scopo era creare stupore e meraviglia, che richiamavano alla mente una natura primitiva e imitavano ambienti sotterranei.

Nonostante la mancanza dei giochi d’acqua, ancora oggi regalano spendidi scenari onirici e rimangono molto suggestive.

FONTANA DEL BACCHINO

Accanto all’uscita del parco, si nota, infine, la Fontana del Bacchino. Ritrae, in realtà, il nano Morgante, in veste di Bacco, il dio del vino, seduto a cavallo di una tartaruga.

Morgante era il nano preferito alla corte di Cosimo I dei Medici, e il suo nome deriva da quello di un gigante di un poema dell’epoca.

Grazie ai privilegi di cui godeva, gli artisti di corte lo rappresentarono molto spesso. A Palazzo Pitti, ad esempio, è esposto il quadro doppio del Bronzino, dove è ritratto completamente nudo, da entrambe le prospettive….

La scultura della fontana del Bacchino è però una copia, in quanto l’originale si trova al Museo del Bargello.

Con questa ultima tappa, termina la passeggiata a bellissimo e immenso giardino del Boboli. Per apprezzare questa oasi di pace si consiglia una visita di almeno tre ore, tante sono le sue attrazioni paesaggistiche….

 

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