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Santa Maria Novella cosa vedere a Firenze

SANTA MARIA NOVELLA COSA VEDERE FIRENZE

La basilica di Santa Maria Novella è la bellissima chiesa, che si vede quando si giunge a Firenze, nell’omonima stazione ferroviaria. Spesso, in una visita “frettolosa” della città si tralascia di visitare questo capolavoro architettonico, compreso tutti i tesori conservati all’interno…Ecco, allora, per stuzzicare la curiosità, cosa vedere in questa splendida basilica fiorentina…

STORIA DI SANTA MARIA NOVELLA

La storia di Santa Maria Novella inizia nel 1219, quando, giunsero da Bologna dodici frati domenicani, e si stabilirono nella piccola chiesa di Santa Maria delle Vigne. Quest’ultima, risalente al VI secolo, sorse in seguito alle invasioni germaniche, ed era allora, fuori le mura, proprio in mezzo a campi e vigne, da qui il suo nome.

In pochi anni, grazie ai domenicani, la spiritualità in città rifiorì, per cui, nel 1279, fu necessario disporre di una chiesa più grande, avviando così i lavori della chiesa “Novella“.

La nuova costruzione doveva essere adatta per il nuovo ruolo della congregazione domenicana, considerando anche le popolari prediche di Fra’ Pietro da Verona, che si scagliava contro gli eretici Catari. La chiesa, al momento della sua consacrazione avvenuta nel 1420, da parte di Papa Martino V, non era, però, completamente ultimata.

Nel 1439, si tenne il Concilio di Firenze, che portò all’unificazione delle Chiese d’Oriente e d’Occidente. Fu in tale occasione, che Papa Eugeno IV decise la prosecuzione della decorazione dell’incompiuta facciata di Santa Maria Novella.

ARCHITETTURA DI SANTA MARIA NOVELLA

Gli stili architettonici di questa chiesa domenicana sono molteplici, proprio perchè ci vollero quasi otto secoli per concluderla. Al momento della sua  consacrazione, la facciata di Santa Maria Novella non era finita, come maggior parte delle chiese fiorentine.

Le decorazioni marmoree, in quel momento, erano collocate dal livello inferiore fino al cornicione. In seguito, i lavori si fermarono per un secolo, per proseguire in seguito al Concilio di Firenze. Nonostante tutto, le ultime rifiniture le fecero nel 1912.

Il rinnovamento rinascimentale della basilica, per mano di Leon Battista Alberti, fu possibile, con il contributo di molti benefattori, fra cui la ricca famiglia Rucellai.

Marmi policromi intarsiati e figure geometriche andarono a ricoprire, quindi, l’elaborata facciata che ora vediamo.

PIAZZA DI SANTA MARIA NOVELLA

La chiesa di Santa Maria Novella si affaccia sull’omonima piazza, una bella area lastricata con aiuole e panchine moderne. In passato, tuttavia, questo spazio vedeva feste e importanti manifestazioni.

Il Palio dei Cocchi, era una di queste, e avveniva il 23 giugno, il giorno di San Giovanni Battista, partrono di Firenze. Si trattava di una corsa di carri, che ricordava quella con le bighe degli antichi romani, al Circo Massimo.

Per tale scopo, furono eretti i due grandi obelischi in marmo, sostenuti da testuggini in bronzo. Servivano a segnare l’area interna dove correvano i carri.

FACCIATA DI SANTA MARIA NOVELLA

La splendida facciata marmorea di Santa Maria Novella si suddivide in vari livelli. Il livello inferiore, con un aspetto neogotico-romanico, si distingue per i tre portali con lunette decorate. La porta centrale è maggiore rispetto a quelle laterali, e ricorda uno stile classicheggiante, data la presenza di colonne scalanate. Ci sono, inoltre, sei arche sepolcrali, chiamate avelli, che sono molto antiche, e per questo motivo hanno condizionato l’evoluzione della restante facciata. Archetti a sesto acuto con fasce bicolori sormontano, infine, queste lapidi decorate.

Facciata di Santa Maria Novella a Firenze
Facciata di Santa Maria Novella a Firenze

Poco sopra, si incontra un attico, dallo stile romanico, e un vistoso fregio, con il simbolo araldico della famiglia benefattrice dei Rucellai, composto dalla vela e le corde al vento.

Successivamente,in mezzo alla parete di marmi decorati, spicca il grande oculo vetrato, mentre ai lati due ampie volute, ossia degli ornamenti geometrici a forma di spirali.

Completa la facciata, il grande timpano con al centro il disco solare, che raffigura il volto di Gesù Bambino, emblema del quartiere fiorentino di Santa Maria Novella.

STRUMENTI ASTRONOMICI DELLA FACCIATA

Sulla ricca facciata della chiesa di Santa Maria Novella si trovano anche due strumenti astronomici, realizzati da fra’ Egnazio Danti. Egli arrivò a Firenze in seguito alla chiamata dei Medici, che erano soliti circondarsi di artisti, letterati, scienziati, allo scopo di accrescere i loro prestigio presso le altri corti europee.

Il contributo del frate fu molto importante, anche per la sostituzione del Calendario Giuliano con quello Gregoriano, che portò in avanti di dieci giorni la data.

Molto particolare è l’armilla equinoziale, che serviva a trovare i due giorni dell’anno, che hanno le stesse ore sia di giorno che di notte. L’equinozio di primavera, a quel tempo, dava modo di calcolare con precisione anche la Pasqua cristiana.

L’armilla si compone di due cerchi in bronzo, di 1.30 cm di diametro, e perpendicolari fra loro. Quello verticale costituisce il meridiano e individua il momento esatto in cui il sole è alla massima altezza, ossia mezzogiorno. Nel giorno dell’equinozio, questi due cerchi creano un’ombra a forma di croce, mentre negli altri giorni si hanno ombre di cerchi allungati.

L’altro strumento sulla facciata è il quadrante astronomico in marmo, che calcola l’inclinazione dell’asse terrestre, l’altezza del sole e vari sistemi orari usati in quell’epoca.

INTERNO DI SANTA MARIA NOVELLA

L’interno della basilica di Santa Maria Novella presenta elementi gotici cistercensi. Ha una forma a T, ed è suddivisa in tre navate. Compongono la copertura le volte a crociera, costoloni e archi a sesto acuto dipinti di bianco e verde. I pilastri inglobano stili diversi.

Navate di Santa Maria Novella a Firenze
Navate di Santa Maria Novella a Firenze

TESORI ARTISTICI

I tesori artistici di Santa Maria Novella sono numerosi, ma molte opere sono conservate agli Uffizi, come la Madonna in trono con Bambino di Duccio di Buoninsegna.

La Trinità di Masaccio è un capolavoro di prospettiva, e raffigura la Madonna non più in giovane età. In passato, la porta di accesso era laterale, proprio di fronte a questa opera, che in questo modo era ben visibile. Tale porta l’hanno riaperta in occasione del Giubileo del 2000.

In origine, cicli di affreschi decoravano le pareti, ma nel XVI secolo, Cosimo dei Medici incaricò Vasari di restaurare la chiesa, e alla fine vennero ricoperti.

Molto bella è la lunetta centrale della controfacciata, con la Natività di Botticelli, posta qui solamente  nel 1860.

Interno basilica di Santa Maria Novella a Firenze
Interno basilica di Santa Maria Novella a Firenze

Una dei più importanti capolavori artistici della basilica, è il Crocifisso di Giotto, posto nella navata centrale, di fronte all’altare maggiore. Risale al 1290, ed è leggermente inclinato in avanti. Con un argano particolare viene abbassato all’occorrenza dai suoi 4.5 metri di altezza.

Crocifisso di Giotto a Santa Maria Novella
Crocifisso di Giotto a Santa Maria Novella

Il suo valore artistico deriva dai colori utilizzati, per la sapiente resa dell’ombreggiatura e la minuzia dei dettagli rappresentati.

In passato, un iconostasi, ossia un divisorio con immagini sacre, separava il presbiterio, riservato ai frati, dalla zona dei fedeli. Fu sempre Cosimo I dei Medici a incaricare Vasari della modifica, sebbene l’attuale altare neogotico risalga all’Ottocento.

Lapidi funebri occupano gran parte della pavimentazione di questa basilica, mentre le numerose vetrate risalgono al XV secolo. Nel rosone centrale figura, fra l’altro, l’incoronazione della Vergine con schiere di angeli.

Il pulpito presenta bassorilievi delle storie di Maria, probabilmente è un’opera del figlio adottivo di Brunelleschi.

ALTARI DI SANTA MARIA NOVELLA

Al culmine delle navate, si inserisce il transetto, nel quale si trovano le cappelle di ricche famiglie fiorentine, che le hanno commissionate.

La cappella Maggiore o di Tornabuoni è posta dietro l’altare. Domenico Ghirlandaio la affrescò con scene di vita della Vergine e di san Giovanni Battista. Al progetto lavorò anche Michelangelo, che allora era allievo nella sua bottega. Si vedono molti volti di committenti e personalità fiorentine di allora. In alto, è sospeso, inoltre, il prezioso crocifisso di Giambologna.

Cappella Maggiore di Santa Maria Novella
Cappella Maggiore di Santa Maria Novella

Su entrambi i lati della cappella maggiore, si distribuiscono le altre cappelle.

La Cappella di Filippo Strozzi, a destra, mostra un ciclo di affreschi di Filippino Strozzi, con scene di scontri fra cristiani e pagani, anche perchè allora era il periodo di Savonarola.

La Cappella Bardi è dedicata a san Gregorio e conserva la Madonna del Rosario sull’altare.

La cappella Rucellai è in posizione rialzata e mostra la statua marmorea della Madonna con Bambino, quella originale è esposta agli Uffizi.

Le cappelle a sinistra dell’altare maggiore, comprendono, fra l’altro, la Cappella Gondi disegnata da Giuliano da Sangallo, che conserva il crocifisso di Brunelleschi. Questa era la risposta al crocifisso di Donatello, nella chiesa di Santa Croce. Fra i due era nata una certa competizione. Michelangelo, infatti, quando vide l’opera di Donatello la trovò rozza e semplice, così lui stesso volle realizzare un crocifisso con dettagli anatomici più realistici.

Crocifisso di Brunelleschi a Santa Maria Novella
Crocifisso di Brunelleschi a Santa Maria Novella

La cappella strozzi di Mantova è, invece, dedicata a San Tommaso d’Aquino. Gli affreschi di Nardo e Andrea di Cione mostrano il Paradiso e l’Inferno, dove Dante compare nel Giudizio Universale, dietro l’altare.

La Cappella Gaddi è rivestita di marmi e pietre preziose, con affreschi del Bronzino.

SAGRESTIA DI SANTA MARIA NOVELLA

L’attuale bookshop si trova in quello che era la sagrestia, ma nel Trecento, questa era la  Cappella della Concezione. L’architettura e la mobilia reandono bene l’idea dell’antico splendore di questo ambiente.

Grandi armadi in legno, disegnati dal Buontalenti, contenevano i paramenti e reliquiari. Su entrambi i lati della porta, si trovano due lavabi di epoche differenti. Molto bello è quello in terracotta invetriata e marmo, realizzato da Giovanni della Robbia, realizzato nel Quattrocento.

CHIOSTRI DI SANTA MARIA NOVELLA

Tre sono i chiostri di Santa Maria Novella. Il più antico è il Chiostro dei Morti, successivamente si incontra il Chiostro Verde, mentre il più vasto è il Chiostro Grande…

CHIOSTRO DEI MORTI

Questo è praticamente il nucleo più antico del complesso di Santa Maria Novell, situato all’inizio del percorso di visita, entrando da piazza della Stazione.

Chiostro dei Morti a Santa Maria Novella
Chiostro dei Morti a Santa Maria Novella

In precedenza, qui si trovava un antico cimitero, questo è il motivo per cui si chiama “Chiostro dei Morti”. Durante la costruzione della nuova basilica, continuarono a celebrare le funzioni religiose in questo posto.

Le disastrose alluvioni del 1333 e del 1966 danneggiarono gravemente gli affreschi alle pareti. Furono potenti famiglie fiorentine a commissionarli a importanti pittori fiorentini, come Orcagna e Nardo di Cione.

Arcate con volte a crociera ribassate si appoggiano a pilastri ottagonali, e sostengono un ballatoio, che conduceva al dormitorio, ora trasformato nella Biblioteca domenicana.

Oltre alla Cappella dell’Annunciazione della famiglia Strozzi, con affreschi della Natività e della Crocifissione, si possono notare numerose lapidi e stemmi funerari. Sono sistemati lungo le pareti e il corridoio che conduce al chiostro Verde.

CHIOSTRO VERDE

Realizzò il Chiostro Verde fra’ Jacopo Talenti, verso il 1332. Prende il nome dal colore dominante degli affreschi, molti da imputare a Paolo Uccello, che ritraggono episodi dell‘Antico Testamento.

CHIOSTRO GRANDE

Il chiostro Grande fu costruito in seguito all’ampliamento del convento, nella metà del 1300. Questo è anche il chiostro più grande di Firenze, con 56 arcate a tutto sesto, dipinte a fasce bianche e nere. Ci sono, inoltre, ben 60 lunette affrescate, e quattro volte angolari decorate a grottesca. Numerosi sono i ritratti dei frati domenicani.

Chiostro Grande di Santa Maria Novella a Firenze
Chiostro Grande di Santa Maria Novella a Firenze

Sui pilastri in pietra serena si riconoscono gli stemmi delle ricche famiglie fiorentine, che hanno contribuito alla realizzazione del chiostro. I dormitori dei frati erano collocati sui due piani del chiostro, e in quello a nord si trovava l‘appartamento del Papa, quando veniva in visita a Firenze, o di altre personalità religiose.

Durante l‘alluvione del 1966, nel chiostro grande l’acqua arrivò a un metro e mezzo di altezza, e rovinò molti affreschi. Con il tempo sono stati restaurati, e ritraggono perlopiù scene di vita di Cristo, dei Domenicani e dei santi. Il chiostro grande è ora di proprietà della scuola dei Sottufficiali dei Carabinieri, e non è sempre accessibile alle visite.

CAPPELLONE DEGLI SPAGNOLI

Il Cappellone degli spagnoli, o sala Capitolare, risale al momento della costruzione della nuova basilica di Jacopo Talenti. Importanti pittori fiorentini e toscani si occuparono dei suoi meravigliosi e dettagliati  affreschi, fra cui Andrea Bonaiuto.

Cappellone degli Spagnoli a Santa Maria Novella
Cappellone degli Spagnoli a Santa Maria Novella

Durante il periodo di Cosimo I dei Medici, il Cappellone era utilizzato dalla corte spagnola, che seguiva sua moglie, Eleonora di Toledo, da qui il suo nome.

Si tratta di un’ampia sala rettangolare, con l’altare ricavato in una rientranza del muro, scarsella, posta di fronte all’entrata. Questa sala è caratterizzata da una volta a crociera, con costoloni colorati e quattro pilastri angolari, mentre sul pavimento si vedono lapidi sepolcrali di personalità spagnole.

La pala d’altare ritrae San Jacopo condotto al martirio che guarisce un paralitico, mentre il ciclo di affreschi esaltano la lotta all’eresia da parte dei domenicani. Mostrano anche la Passione, la Morte e Resurrezione di Cristo.

Faccendo attenzione, si nota anche, l’aspetto di Santa Maria del Fiore, ossia il Duomo di Firenze, questo secondo l’idea del suo progettista Arnolfo di Cambio. A quel tempo, infatti, la cupola di Brunelleschi ancora non esisteva.

Affresco del Cappellone degli Spagnolia a Firenze
Affresco del Cappellone degli Spagnolia a Firenze

Sulla parete laterale, con il “Trionfo di San Tommaso d’Aquino”, i domenicani sono inviati alla ricerca delle pecore scappate dall’ovile della chiesa. Nel “Trionfo della dottrina cattolica” sono rappresentate anche scene di vita di San Pietro.

L’antico refettorio, oggi museo, conserva antichi oggetti preziosi e liturgici, dipinti di varie aree del complesso e sinopie, ossia disegni preparatori degli affreschi dell’Orcagna, relativi alla Cappella Tornabuoni della basilica.

OFFICINA DEL PROFUMO

Chiamata anche Antica Spezieria, l’Officina del Profumo di Santa Maria Novella, è aperta da più di quattro secoli, ed è considerata la farmacia più antica d’Europa.

Quando, nel 1381, i domenicani cominciarono a produrre l’acqua di rose, questa era utilizzata principalmente come disinfettante, specialmente, durante le epidemie. Con il tempo, coltivarono piante medicinali, fecero distillati di erbe e fiori, oltre a pomate e balsami.

L’aspetto dell’attuale profumeria risale al 1612, ma ora, non è più considerata una farmacia, bensì una profumeria e un’erboristeria. Gli arredi delle varie sale sono comunque d’epoca, e si possono vedere molti oggetti e quadri.

Il portale, dal quale si accede, è decorato con lo stemma domenicano, del sole raggiante. Una volta entrati, ci si ritrova nell’atrio sul quale si aprono due esedre, degli spazi a semicerchio, con le statue della divinità della salute e quella della medicina, Igea e Galeno.

Il vestibolo in stile neogotico, presenta decorazioni blu e oro, mentre la sala di vendita occupa quella che era la Cappella di San Niccola di Bari. Belle le volte a crociera affrescate e gli elaborati armadi in noce.

Nella Sala Verde, in origine si trovavano le stufe per distillare, fornelli e altri stumenti, in seguito divenne una sala di ricevimento. Agli ospiti, che si sedevano sulle sedie addossate alle pareti, erano servite particolari specialità, come la cioccolata, l’alkermes e la china, una bevanda alcolica, ricavata dalla corteccia di una pianta.

Molto interessante è anche l’annesso museo, che espone oggetti scientifici, termometri, mortai, bilance, vasi di vetro e ceramica, in rame e bronzo, alambicchi, e molto altro.

VIA DEGLI AVELLI A FIRENZE

L’accesso anteriore della chiesa conduce al cortile laterale, con un prato punteggiato di cipressi. Un tempo, sul luogo si trovava un cimitero. Sono tuttora visibili le antiche sepolture addossate alle pareti, chiamate anche “avelli”. Queste tombe sono molto particolari, perchè si tratta di arche sepolcrali in pietra, che sono rialzate dal terreno, e sormontate da archi a sesto acuto bicromi.

Appartenevano ad antiche famiglie fiorentine, e gli stemmi ricordano proprio questi casati. Su ognuna è scolpita anche la tipica Croce di Firenze, con quattro punte tutte uguali.

Queste sepolture sono presenti anche all’esterno del recinto, sia sulla facciata della basilica, che sulla  Via degli Avelli, posta fra piazza di Santa Maria Novella e Piazza della Stazione.

In passato, la strada era molto più stretta, e non era piacevole passare da queste parti, questo perchè fuoriuscivano degli afrori dalle fessure delle tombe. Per questo motivo, famoso è il modo di dire toscano “Puzzare come un avello”

Giovanni Boccaccio ambientò una novella del suo Decamerone proprio in uno degli avelli della facciata di questa basilica, mentre in un ‘altra arca fu sepolto Domenico Ghirlandaio.

Una cappella molto particolare è la Cappella della Pura, che contiene l’immagine della Vergine che allatta il Bambino. Questo dipinto, in origine, decorava un avello del cortile. In seguito a prodigi ritenuti miracolosi, la famiglia Ricasoli edificò questa costruzione neoclassica, proprio per custodire quest’opera trecentesca.

Per concludere, il campanile di Santa Maria Novella, alto 68 metri, risale al 1333 su progetto di Jacopo Talenti. Presenta sia uno stile romanico, con bifore e trifore, che quello gotico dato dalla sua cuspide slanciata.

 

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