GALLERIE DELL’ACCADEMIA COSA VEDERE VENEZIA
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Le Gallerie dell’Accademia di Venezia è uno dei maggiori musei con importanti capolavori di arte pittorica veneziana. Il museo si trova nel sestiere Dorsoduro, sul Canal Grande, proprio di fronte al particolare Ponte dell’Accademia. A poca distanza anche dalla Collezione Peggy Guggenheim.
STORIA DELLE GALLERIE DELL’ACCADEMIA
Le Gallerie dell’Accademia nascono nel 1750, come scuola d’arte, incentrate sull’architettura, la pittura e la scultura. Conservano inoltre opere d’arte per l’apprendimento degli studenti. Data la quantità degli spazi, il nome “gallerie” è rimasto al plurale.

La sede originaria si trovava era presso il Fonteghetto della farina, oggi diventato la Capitaneria di Porto di Venezia, poco distante da piazza San Marco.
L’arrivo di Napoleone, nel 1807, che subentra alla Repubblica della Serenissima, stabilisce la soppressione di molti luoghi di culto. Gran parte dei capolavori d’arte vengono trasferiti nella nuova sede dell’Accademia, ma molti sono spediti in altri musei, specialmente in Francia e Austria.
Compongono le Gallerie dell’Accademia tre edifici contigui, il monastero dei Canonici Lateranensi, la Scuola di Santa Maria della Carità e la relativa chiesa.
Nel corso del tempo i numero dei tesori d’arte sono aumentati, grazie anche a donazioni private, pitture restituite dalle altre nazioni, e nuovi acquisti da parte dello Stato italiano.

COSA VEDERE NELL’ ACCADEMIA
Le sale di questo museo ospitano oltre 800 opere, che spaziano dal Trecento, passando dal bizantino al gotico, fino a quello rinascimentale del primo Ottocento.
Vi sono rappresentati i maggiori pittori veneti come Tiziano, Tiepolo, Tintoretto, Canaletto, Veronese, Giorgione e molti altri.
La ricchezza e varietà dei tesori è dipeso anche dalle influenze derivanti dagli stretti legami economici e culturali, avuti con altri paesi.
Molti sono i capolavori che si possono ammirare ma qui ne elencherò solo alcuni.

SAN MARCO CHE LIBERA LO SCHIAVO DI TINTORETTO
L’insolita prospettiva, con vari punti luce, esaltano gli eventi drammatici raccontati nell’opera. La scena ritrae il martirio di uno schiavo, colpevole di venerare le relique del santo. L’arrivo di San Marco, che irrompe dal cielo, spezza gli attrezzi utilizzati per compiere l’atto. Guardando l’opera, si percepisce lo stupore del padrone e del carnefice alla vista del prodigio.
PALA DI SAN GIOBBE DI GIOVANNI BELLINI
Questa opera illustra una “sacra conversazione” con la Madonna seduta sul trono e il Bambino in braccio, attorniata da santi e angeli ai suoi piedi che suonano. E’ considerata un capolavoro, grazie alla volta a cassettoni che ricalca quelli reali, della chiesa nella quale si trovava in origine. Ricreava quindi una un effetto di allungamento della navata.
Giovanni Bellini era uno dei più importanti artisti del Rinascimento veneziano, e anche cognato di Andrea Mantegna.
LA TEMPESTA DI GIORGIONE
Questo quadro di Giorgione è considerato uno dei più emblematici della pittura veneziana, rappresenta infatti varie simbologie, il tutto con meravigliosi accostamenti di tonalità .
La scena vede una donna nuda nell’atto di allattare un bambino, un uomo discosto che la guarda, il tutto sullo sfondo di una città lontana e la natura rigogliosa intorno.
Probabilmente il soggetto principale è il temporale, che rischiara il panorama con tuoni e fulmini. Le interpretazioni dell’opera sono però variegate. Una di queste, ipotizza la potenza di Dio, visto nel temporale, mentre la donna e l’uomo rappresentano Adamo e Eva.
CONVITO IN CASA LEVI DI PAOLO VERONESE
Per le sue dimensioni, 13 metri di lunghezza e quasi 6 di altezza, questo quadro è un telero, occupando una parete intera della sala che lo ospita.

La scena riprodute l’Ultima Cena, ma la presenza di personaggi non attinenti al contesto, come ad esempio, giullari, soldati ubriachi e cani, hanno costretto Veronese a rinominarlo. L’inquisizione lo accusò infatti di blasfemia, per evitare punizioni gli diede, quindi, questo nome.
LA PIETA’ DI TIZIANO
Il pittore rappresentò se’ stesso inginocchiato davanti alla Madonna, con Gesù morente fra le braccia. Lo scopo era chiedere una grazia per essere salvato dalla peste, che imperversava in quel tempo a Venezia. Purtroppo, però, sia lui che il figlio morirono per questo motivo.
Questo è stato, quindi, l’ultimo dipinto di Tiziano, che con il suo stile dalle pennellate marcate e i colori cupi, riflettono perfettamente il suo stato d’animo.
L’UOMO VITRUVIANO DI LEONARDO DA VINCI
Il famoso “Uomo vitruviano” di Leonardo da Vinci si trova anch’esso nelle Gallerie dell’Accademia, sebbene venga esposto solo in poche occasioni, al fine di preservarlo. Lo acquistarono gli austriaci, nel 1822, assieme ad altri suoi 25 disegni, da un collezionista milanese.
Leonardo da Vinci realizzò questo disegno a penna e inchiostro, nel 1490. Si basò sui concetti di Vitruvio, che era un architetto romano del I secolo a.C, e riguardavano le proporzioni ideali del corpo umano.
Secondo queste teorie, il corpo umano doveva essere inscritto perfettamente sia nel cerchio che nel quadrato. Queste figure geometriche simboleggiavano rispettivamente il cielo e quindi il cosmo e il divino, e la terra. Secondo varie filosofie, l’uomo era, infatti, l’unione fra questi due mondi.

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